01 marzo 2006

Mentre fuori le strade e le vie si ridisegnano ancora

Sono steso sul letto a guardare il soffitto e a pensare: "...". Ma è un "..." di felicità, immagino. Cambio posizione. Prono. Sento le pulsazioni del mio cardio propagarsi dal petto al ventre al materasso al cuscino e risuonarmi in testa, accompagnando all'unisono quelle del polso, su cui ho poggiato la testa. Certo che sotto le coperte devo assumere delle pose davvero contorte. Imbarazzo. Mi volto di nuovo. Supino. Ho un accesso di sentimentalismo. (Breve inciso architettonico: la finestra nella mia stanza è costituita da due imposte, ognuna delle quali divisa in 6 riquadri, e sormontata da una piccola finestra semicircolare.) Mi dico che se ora avessi qualcuno accanto, potremmo giocare a contare le ombre che la mia finestra proietta sul soffitto, tutte di forma, lunghezza e intensità differenti, tutte dall'aspetto un po' gotico e ancestrale. Mi volto di nuovo. Bocconi."...della tua esistenza". Mi addormento con un sorriso ebete stampato sul volto. Mi desto un'ora e mezza prima che la sveglia suoni. C'è troppo poco tempo. Devo scrivere questo post.

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