30 agosto 2006

In italiano, nel testo

La mia vita un carroattrezzi. Sembra stia portando in giro una vita più bella e veloce, chissà dove, su un camion lento e sgangherato. Quando potrei andare verso la medesima destinazione con la bella macchina che sto trasportando.

La saggezza impopolare: prendere un qualsiasi proverbio e negarlo.
Rosso di sera bel tempo dispera.
Sono tornate le mezze stagioni.
Tira più un carro di buoi che un pelo di f...
Al cuor si comanda.
A caval donato si guarda in bocca.
A mali estremi rimedi moderati.
Buon sangue mente.
Chi dice donna, non dice danno. (infatti dice donna)
Chi la dura la perde.
Peggio tardi che mai.
Lontano dagli occhi, vicino al cuore.
(oppure)
Vicino agli occhi, lontano dal cuore.

Super Mario Mondo (era: Cambiamenti)

Domanda di primo livello:
-Venendo a sapere che domani morirai, cambieresti? cosa? cosa faresti?
Essendo il primo livello, è facile. Risposte più o meno serie. Risposta importante. Ipotetica quadratura del cerchio. Niente di speciale, andiamo avanti.

Domanda di secondo livello:
-Ora che sai cosa faresti, cosa ti impedisce di farlo anche senza la prospettiva di dover morire?
Qui le cose si complicano. Basterebbe un "nulla", se solo non bastasse. Necessario affrontare visione di se' stessi, visione che gli altri hanno di se' stessi, visione della visione degli altri che hanno una visione di se' stessi. Labirintico. Ci facciamo piccoli, attraversiamo quel pertugio. Livello completato.

Mostro di fine quadro, sotto forma di quesito:
Che ne farai del tempo che ti rimane?
No, qui non si passa. Continui a perdere vite su vite, giorni su giorni. Non puoi mettere in pausa, non puoi salvare e ricominciare dal punto dove sei arrivato. Se toppi tutte le possibilità che hai, al massimo puoi ricominciare dal livello 1-1.

Ogni volta che ho provato a salvare la principessa, ho scoperto che lei era in un altro castello.

28 agosto 2006

Medito...

...sul da farsi. Qui ci vuole una soluzione radicale, inconsueta, mai osata. Qualcosa di clamoroso. Esplosivo. Voglio un modo nuovo di pensare. Voglio staccare tutto. Voglio chiudermi dentro il mio guscio puntuto e non fare entrare nessuno. E voglio uscirne metamorfizzato. No, non come una farfalla. Non voglio un bozzolo, è troppo delicato. E poi non è una questione estetica, e non si tratta del passare dallo strisciare al volare. Tempo, distanza, vendetta, calore umano, sentimenti come sentenze: se tutto fosse relativo basterebbe trovare la variabile al variare della quale essi cambiano. Invece no, è tutto affisso in una tremenda bacheca cosmica. Se passate di qua, lasciatemi le seguenti cose: una mappa, un coltellino svizzero multiuso, bastoncini di legno da far girare tra le dita.

26 agosto 2006

Con o senza, ma non è la stessa cosa

Il pericolo che corri, lo stai

s
o
p
r
a
v
v
a
l
u
t
a
n
d
o

Il pericolo che rappresenti lo stai

i
g
n
o
r
a
n
d
o

Volevo scrivere questo racconto come un serpente, ma non sarei mai stato in grado di fargli mordere la propria coda. Tra la opzioni a disposizione c'è la possibilità di svanire, la possibilità di svenire, l'improbabile ortogonalità dei punti da unire. Avrei piacere a far circolare il mio sangue fuori di me, temporaneamente, dentro un tubicino di plastica trasparente. Poter vederlo passare, confonderlo estraendolo da un punto del corpo e reinserendolo in un luogo differente.
(( ...il contrario di "amore" non è "odio") è "solitudine")


A te suggerirò dei nomi di fantasia. Per apparire speciale.

Te chiamerò con solo vocali, escludendo le consonanti, abusate. Per apparire speciale.

A te sembrerà che io voglia migliorare. Lo farei. Per apparire speciale.

Con te fingerò di essere spaventato, fingerò di essere colto. Per apparire speciale.

A te chiederò di feste, di persone, di persone alle feste. Ti dirò che non vado alle feste. Perchè chi non va alle feste lo fa per apparire speciale.

Se questa fosse una favola, la morale sarebbe: Quando corri in un cerchio, la normalità che ti lasci alle spalle (la normalità che VUOI lasciarti alle spalle) è sempre davanti a te. Irragiungibile.

24 agosto 2006

Giallo come la carta delle caramelle al miele

Selvatico. La strada in salita. Un cambio di passo. Una offerta che non puoi rifiutare. Una ninna nanna immobile. Battito disperato. Una spina per ogni cuore. Le cose non sono più belle, ora. Freddo. Luce sanguinante. E ci riconoscerai dalla scia di morte. Mondi separati. Un altro tipo di morte. Incompleto. Turista. Completamente nuovo. Il giusto è qui. Al trionfo segue la perdita. Il grigio sfumerà. Risveglia il morto. Innamorato per caso. Un'arma popolare. La conseguenza dell'illusione. Delizioso. La Distanza in un abbraccio. Corsia ad est. Sfumature di nero. Viaggiatore. Rumori della stanza. I lati deboli. Chiama il mio nome. Campo di carne. Sforzo. E' su tutta la mappa. Dita d'oro. Notifica di disconnessione. Perde il controllo. Ali nere benedette. Lui. Unisciti a me. Fuori, più vicino. Pieno di speranza. Opposti. La caduta delle speranze. Tipi A. La vita comincia di nuovo. Problemi. La migrazione segreta. E' ora. Segnali di miseria. Della malizia e del cuore magno.

22 agosto 2006

Mixtape n.-1 (direttamente dal 2003)

01. Green Day - You Lied
02. Linea77 - Fantasma
03. Aerosmith - Fly Away From Here
04. Evanescence - My Immortal
05. 4 Clubbers - Children (2002 rmx)
06. Big Dumb Face - Super Mario Brothers
07. Calla - Strangler
08. Cave In - Anchor
09. Chet Baker - Mo'Better Blues
10. Deftones - Hexogram
11. Thursday - Autobiography Of A Nation
12. Funeral For A Friend - This year's most open heartbreak
13. Copeland - California
14. Copeland - Brightest
15. Hey Mercedes - Quality Revenge
16. Francesco De Gregori - La donna cannone
17. Hiding With Girls - The Stars Cascade
18. Toto - Rosanna
19. Authority Zero - One More Minute
20. Bad Astronaut - These Days
21. Bloodhound Gang - Along Comes Mary
22. Collective Soul - December
23. Deftones - Say it ain't so (live cover)
24. Le Vibrazioni - Dedicato a Te
25. Madbones - Alona
26. Mare (1)
27. Marlene Kuntz - Hanno crocifisso Giovanni
28. Moravagine - No More Time
29. Joshua Redman - Tears In Heaven
30. Stacey Smith - This Is My Day 2 (theme from P E T S)
31. PFM - Impressioni Di Settembre
32. Sigur Ros - Viðrar vel til loftárása
33. Toto - Africa
34. Tre Allegri Ragazzi Morti - Piccolo Cinema Onirico
35. Tre Allegri Ragazzi Morti - Occhi Bassi
36. Veronica Lock - Allora Ciao Intanto
37. Zap Mama - Take me coco
38. Marysun!Nicotina - Questi sensi non mi bastano
39. Paolino Paperino Band - Cane
40. Paolino Paperino Band - Terremoto
41. Shai Hulud - Linoleum
42. Shovel - Lurk
43. XTC - Making Plans for Nigel
44. Switched - Inside
45. Tre Allegri Ragazzi Morti - Prova A Star Con Me Un Altro Inverno a Pordenone
46. Tribalistas - Ja sei namorar
47. The Vines - Ms Jackson

(1) Ho una canzone chiamata "mare.mp3", mai scoperto di chi fosse.

21 agosto 2006

Cosa ci vorrà mai per accendere un fuoco sulla spiaggia, così alto da essere visibile anche dietro di noi

Io me lo ricordo l'orologio della stazione. Interminabile. Così tondo, senza numeri, ineluttabile. Mi ricordo i ritardi dell'ultimo treno, l'ultima corsa per il mondo che non rifiuta nessuno, per il mondo che al massimo viene rifiutato. Mi ricordo anche il fazzoletto bianco, la camicetta azzurra e la gonna bianca, sempre in attesa di esibirsi in una ruota, o cedere un lembo al vento di aprile. Se ci si domanda: "chi sono?" si finisce per rispondersi "sono quello che gli altri fanno di me". Non si può essere ciò che si crea, perchè la creazione è un atto folle e illogico, destinato a produrre una distruzione, prima o poi. Quindi la sensazione che rimane in fondo alla bocca e in fondo agli occhi è di essere stati dimenticati dalla gravità. Tutto mantiene il suo peso, tranne te. E mentre ti stai sollevando da terra, che nulla più ti tiene legato al suolo, cerchi di aggrapparti a qualcosa. Ce la fai, ma è scomodo. Allora provi a cambiare la presa, ma la tua provvisoria àncora ti sfugge di mano. E voli via. Ti chiedi dove andrai a finire, e se ci sarà una fine. Se tutto tornerà alla normalità, o se questa diventerà la nuova normalità. Io me la ricordo la storia di quella ragazza. Quella ragazza che parlava allo specchio. Faceva anche la ruota, con la sua gonna, davanti allo specchio. Chi la vedeva, pensava parlasse con l'immagine riflessa di sè stessa. Nessuno si accorgeva che lei, in verità, parlava proprio allo specchio. E quella ruota e quegli sguardi non erano una manifestazione di vanità. Erano schermaglie d'amore, semplicemente.

20 agosto 2006

E ancora...

...è il blog esso a parlare. Esso blog è momentaneamente aggiornato senza regolarità, ne' raziocinio. Date pure la colpa al curatore di esso blog, che sta passando un periodo un po' così e un po' cosà. Inglesofonamente parlando, egli curatore è burn-out. Bruciato, andato, dentro un fosso, "sotto un trenino" (cit.). Egli curatore si riprenderà il prima possibile e tornerà ad allietare i lor signori lettori con nuove entusiasmanti avventure. Ma intanto l'esso blog vivrà di vita propria, con interventi brevi, fuori contesto e privi di logica. Se vi capita di passare dalle parti dell'egli curatore, fategli una carezza di pietà.

16 agosto 2006

C'è un modo di pensare fatto solo di desideri

Ernesto Cesaro era un matematico napoletano vissuto nella seconda metà del 1800. Ha scoperto una cosa molto interessante. Prendendo due numeri a caso, la probabilità che siano reciprocamente primi è 6/pi^2. Quindi prendendo migliaia di numeri a caso, si può calcolare con una buona approssimazione il pi greco. Elegante. Ah, e il fortuna drago della storia infinita si chiamava Falkor.

Io non ceno, e se ceno dormivo.

E' giunto il momento per la scrittura di una nuova arte della guerra. "Impara a capire, ma non approvare". "Aiuta chi ne ha bisogno, ma non insegnare loro come aiutarsi da soli. Renditi indispensabile". "Impara il valore economico delle cose. Se devi scegliere quale nemico affrontare, scegli quello appena sopra le tue capacità".

14 agosto 2006

Poichè oggi compio, faccio come mi pare. E infrango regole autoimposte.

The Juliana Theory - If I Told You This Was Killing Me Would You Stop?

Watch your mouth
hold your toungue boy
because you're running out of breath
running out of time
before every careless word
that you utter renders you utterly useless.
now you're drowning in your own saliva
trying to speak yourself to the top of your empty world
well keep on talking just keep on rambling
you've got your mouth full
listen here's the pleasant part
you and i we fell apart.
listen here's the pleasant part
you and i we fell apart.(continue)
why can't you make up your mind?
why can't you make up your mind?
shut your mouth
burn your bridges
throw your words like an attack and stab me in the wait a second wait a second what's that i just heard nevermind
it's obviously worthless..
now you're standing on your soapbox yelling from the rooftops everything you say is a lie. a lie a lie. lie lie Yeah!
listen here's the clever one who speaks before his thoughts are done.
listen here's the clever one who speaks before his thoughts are done.(continue)
why can't you make up your mind?
why can't you make up your mind?
watch your mouth
hold your tongue
somethings are better left unsaid
watch your mouth
hold your tongue
somethings are better left unsaid.
now i hope you're pleased,
you got your prize and tongue
i dance between your words,
right before you fall....
RIGHT BEFORE YOU-
why don't you, Why dont' you say that to my face?
i had a rip down, torn out So many things.
everything you, everytime you,every word you say.
If I told you this was killing me, would you , would you Stop?

10 agosto 2006

Ai caduchi astri

Chi è stato al mare, sa che il mare parla. E' un gran chiacchierone lui, ha qualcosa da dire ad ognuno che lo sta ad ascoltare. A volte può anche parlare di altre persone. I fiumi invece sono più riservati, forse perchè sono magri e pieni di curve. Devono fare continuamente attenzione a non uscire di strada, e questo lascia poco spazio alle chiacchiere. Il mare invece è già ovunque: ha tempo da perdere. Può permettersi di fare tutto quello che vuole; in un certo senso è onnipotente. Forse dovremmo averne paura. Cosa strana, la paura. Se ne ha sempre per qualcosa che può accadere nel futuro, mai nel passato. E a guardar bene, è profondamente illogico. Per quanto si possa temere la morte nel futuro, questa ci dà comunque ancora un certo tempo da vivere. La morte nel passato, invece, non lascia scampo. Se dovessi morire nel passato, adesso sarei già morto. Non più tempo.
Qualcuno stasera guarderà in sù. In attesa della catastrofe. Io non le cercherò. Le preferisco al loro posto, le stelle. Attaccate a quel mantello scuro che chiamano cielo, chiamano. E corro anche il rischio che qualcosa o qualcuno o qualunque esaudisca un mio desiderio. Troppo pericolo, troppa paura. Le storie che gli uomini usano raccontare sono piene di aneddoti di desideri esauditi e finiti in malo modo. L'uomo che malesprime e le stelle che malesaudiscono. E di chi è la colpa? delle parole. Che potrei chiedere? Le solite cose: ricchezze, donne, fame. Fame, non fama. Della fama non me ne faccio nulla; la fame invece (generica, non di cibo) permette di apprezzare le cose che si hanno e di non accontentarsi. Vanità, pure. Che potrei chiedere? Le solite cose: diventare più bello, diventare più bravo. Bravo come in "bravo a fare cose" non "ma che bravo ragazzo!". E poi che ci faccio? Beh, servono per ottenere ricchezze, donne... Vanità, pure. Ma con un po' più di fatica, già. Faticare non mi spaventa, è quasi meglio che non fare niente. O almeno "il dopo" ti fa sentire meglio.
Il mio post sul pranzo: un po' didascalico ma carino. A volte rileggo le vecchie cose, e percepisco che ora non le scriverei più, o non le scriverei nello stesso modo. Ma quello forse non lo riscriverei neanche ora. Meglio assuefarsi all'idea che quello che veramente conta è ciò che ancora non è stato scritto. Il post "solo un grande fuoco": non sono riuscito a dirlo. Volevo dire cosa significa, di notte, tornare a casa da soli. Non sono riuscito a dirlo.
Ora che la mattina mi alzo relativamente presto, il tempo assume una forma diversa. Le giornate si srotolano più lunghe. Le forze finiscono prima della voglia di fare. E io che andavo in cerca di giustificazioni.

09 agosto 2006

Fatica di creta

C'è un intero movimento di pensiero che dice sia meglio tenere i capelli sporchi. In verità lo dicono i ricci, perchè i capelli ricci sporchi stanno giù e si controllano meglio. Certo è che non si può esagerare con la sporchitudine capelluta. Io, ad esempio, se la sera mi faccio la doccia, la mattina dopo assomiglio a Ben Wallace (cfr. google immagini). Nella versione senza trecce, per la precisione. Forse dovrei farmi le trecce. Magari i dred. Che bello parlare di capelli sul blog, mi fa sentire come se fossi su livejournal. Invito tutti a parlare di capelli. Dei propri o di quelli altrui, non fa differenza. Sfatiamo il tabù che non si possa parlare di capelli. Capelli, capelli, capelli e ancora capelli. Ecco ora mi sento calmo, rilassato. Volevo ringraziare tutti, ma soprattutto i miei capelli. Vendo capelli. Mangio capelli. Annodo capelli. Amo capelli. Odio capelli. Capelli per tutti. Ciao capelli.

08 agosto 2006

Lo strano effetto dell'estraneo affetto

C'è sempre una parola giusta, basta cercarla.

L'elaborato piano perfetto. Lui si sveglia, è notte, al confine col mattino. Si alza e va in cucina, beve l'acqua presa dal frigo. Ritorna a letto e porge a Lei il bicchiere d'acqua che le ha portato. Lei si mette a sedere sul letto, con gli occhi chiusi e i capelli scomposti, e beve avidamente. Si rimettono a dormire. Si b... Si abb... Si addormentano, così.

Magico, magico emo.

Esco da solo, vado in posti affollati. Mi ubriaco dei volti della gente.

Il giusto umore è la lettera u tra parentesi.

Se io, dubbioso, guardo il cielo, il cielo, minaccioso, guarda me.
Io carico di interrogativi, lui carico di nubi.

07 agosto 2006

Solo un grande fuoco

Questa è mezzanotte e mezza. Ecco le mie labbra, solleticate dal senso dell'assurdo, dalle notti che sanno di rivoluzione, da quei ganci che tengono nascosto un mondo.
Questa è mezzanotte e mezza. Ecco che tornano a farsi desiderare la colpa dei sensi, il perdono mai richiesto. E non c'è nessuna pozione ad avvelenare il sangue.
Questa è mezzanotte e mezza. Ecco che tutto è cambiato e non è cambiato niente, per reiterare un luogo comune.
Questa è mezzanotte e mezza. Ecco di nuovo la fiera in gabbia che misura la sua prigionia non con i passi, ma con il susseguirsi di mala-pensieri familiari, sempre gli stessi.
Questa è mezzanotte e mezza. Ecco meccaniche automatiche che scattano al mio passare e mi fanno compagnia, fino a casa.
Questa è mezzanotte e mezza. Ecco che non sono più capace di fissare lo sguardo all'infinito e tutte le luci che si perdono chissà dove.
Questa è mezzanotte e mezza. Ecco i brividi che fanno inasprire la pelle intorno a certe canzoni lasciate cadere, sopra a quelle parole che sono troppo... troppo....
Questa è mezzanotte e mezza. Eccoci, da capo, al punto di partenza. Ora vorrei provare a smettere di fare nuovi vecchi errori.

04 agosto 2006

Compravendita di frasi d'amore in tv

Essi e le loro vacanze. Maledizione. Una imposizione sociale sul giusto momento per lavorare e riposare. La necessità di un periodo di distacco dalla vita di tutti i giorni, è un indicatore del fatto che quella vita magari non è un granchè. Magari non vale la pena di essere vissuta. E a proposito: l'abbronzatura è un sistema di protezione della pelle dai raggi ultravioletti. E' il modo che il vostro corpo ha per dirvi che state esagerando, e gli state facendo male. Che sia diventato motivo di ostensione estetica, dà il quadro di quanto sia progredita la nostra civiltà. Il prossimo passo sarà la moda dell'auto-scorticamento a vivo.

La scena: sento tubare fuori della finestra, mi avvicino furtivo. Batto le mani, forte. I piccioni, lì appollaiati, sono colti alla sprovvista. Prendono paura. Volano via. Ma quando impareranno?

Un video che non cessa di lasciarmi a bocca aperta: Autechre - Gantz Graf. Musica elettronica, idm, computer grafica astratta, tutto in sincrono. Mi fa sentire come se qualcuno giocasse a shangai con il mio sistema nervoso centrale.

Percy Bysshe Shelley. Insieme a Byron e Yeats, il massimo esponente del romanticismo inglese. Un tridente più forte di Didi, Vavà e Pelè. La professoressa di inglese del liceo ci portò una volta in visita al memorial a Piazza di Spagna. Mentre giravamo per le stanze, un mio compagno di classe, Giacomo, vedendo un ritratto di Percy appeso la muro mi disse: "Lo sai che gli assomigli?". Beh, è probabile. Sarò ricordato nei secoli dei secoli come il marito dell'autrice di Frankenstein.

Questo è un di quei giochi che si fanno sui blog: fai un elenco di x cose, e poi passa il testimone a qualche altro blogger. Solo che io sono egoista e il gioco me lo tengo per me. Ma se qualcuno lo vuole copiare, non mi arrabbio. Magari solo un poco. Comunque, le cose sono cinque e sono:

Le cinque canzoni più adatte per l'aMMore
(quello con le due m maiuscole)

1) Blur - Country House
2) Oasis - She's Electric
3) Juliana Theory - Constellation
4) Nine Inch Nails - Closer
5) Laid Back - Sunshine Reggae

03 agosto 2006

Fenomeni normali controllabili

Mentre mi guardavo le mani, (sì, ogni tanto mi guardo le mani, magari hanno qualcosa da dire) ho avuto l'impressione che fossero due mani diverse. Non parlo dell'essere la sinistra e la destra, ma proprio differenze di personalità. La sinistra è più pulita, meno corrugata, esile e di un colore più soffuso. La destra è tozza, venosa, sudata, sporca e ricca di cicatrici. Come se la destra facesse il lavoro sporco per l'aristocratica sinistra.
E poi, mentre ero in bagno a lavarmi le mani, mi è sembrato di sentire il timer della cucina suonare, quello che si usa per sapere quando scolare la pasta. Invece non ha suonato, non era nemmeno attivato. Boh.
All'ora di pranzo ho ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto, ma non l'ho sentita. Ora ho timore di richiamare. Fatti avanti, Misterioso Chiamatore.
Evito come la peste autori di libri prolifici come conigli. Che tu sia John Grisham o J. K. Rowling, se produci libri con tale disarmante velocità, almeno all'apparenza rendi l'idea di una catena di montaggio di tecniche di scrittura, non di una produzione "creativa". La differenza tra l'artigianato e l'arte. O: come scrivere di magia uccidendo la magia di scrivere.
Leggevo su un blog: "... e (se) si dicono così spesso è perché la realtà è proprio questa". Mi sono infilato nello spazio tra le righe, e sono rimasto frastornato. Quel susseguirsi di accenti aperti e chiusi, benchè corretti, mi ha ricordato quei vecchi interruttori presenti sulle apparecchiature elettroniche del passato. (Per avere un'idea: "toggle switch" su google immagini). Acceso, spento, acceso, acceso, spento, acceso. Smettila, o rischi di bruciarlo!

02 agosto 2006

Il mio primo programma in Python

Se gli si dà in pasto il testo di Pinocchio, sputa fuori questo:


Come andò che ti corro, finché mi raggiunsero, e mi diverto più a lungo la strada, và piuttosto a cercarti fin qui. Io sarò la consolazione e il naso e quell'altro due bottoni di brillanti e con certi lampi che pareva volesse dire: "Non ne ho". - Metti fuori i denari te li sei nascosti sotto la vite, crac... sentì stringersi le gambe fuori dell'acqua e s'era adagio adagio arrampicato fin sulla spiaggia, gridò all'amico salvato: - Addio, Pinocchio, - e loro dissero: "Fermiamoci qui all'osteria del Gambero Rosso.

Cammina, cammina, cammina, alla fine non ne ho punto voglia e mi hanno spogliato. Dite, buon vecchio, non avreste per caso una piccola barca che, veduta in quella vera cuccagna conosciuta nella carta geografica col seducente nome di Paese dei Balocchi, perché passassero tutto il treno della strada due brutti ceffi, i quali stavano lì lì per lì per difendersi, piangeva come un pallone.

Che cosa farò? - disse Pinocchio, dandosi uno scappellotto. - Sarebbe ora che diventassi anch'io un uomo spaventoso, non dico di no, specie con quella sua barbaccia nera che, a uso pepe e sale, e altri rigati a grandi strisce gialle e turchine. Ma la colpa non è vergogna, non è mia: la colpa, credilo, Marmottina, è tutta di raso turchino, per mettervi dentro la padella. I primi a ballare nell'olio bollente furono i poveri naselli: poi toccò ai ragnotti, poi ai muggini, poi alle sogliole e alle mani per farlo camminare. Pinocchio aveva una fisionomia tutta latte e miele.

Voglio studiare e voltano le spalle ai libri, alle scuole e i connotati dei malandrini, e finì col chiedere giustizia. Il giudice era uno scimmione della razza dei Gorilla: un vecchio falegname, il quale gli stava a cavalluccio sulle spalle del figliuolo, Pinocchio, sicurissimo del fatto suo, si gettò nell'acqua e cominciò a camminare da sé solo: - A casa. La mia è un'opinione, - replicò Geppetto meravigliato. - Non mi è morto davvero! - Hai torto, Pinocchio! Credilo a me e per provarti la mia colazione: ma io non dormo mai...

Anzi quella birba di Lucignolo perché Lucignolo è un segreto. - Insegnatemelo: vorrei crescere un poco anch'io. Non lo vedete? Sono sempre rimasto alto come un pesce. Durante quella corsa disperata, vi fu un punto solo. Era un Trattato di Aritmetica. Vi lascio immaginare se era desto davvero o se sognava sempre a calunniarmi, ma io so che ho detto una bugia? - Le bugie, ragazzo mio, non ho nemmeno un cane. Pareva il paese dei morti.

Dai capelli turchini? Non ti vergogni? Invece di gemiti e di scalpello, fra le labbra: ma Pinocchio, dopo averla sgranocchiata e ingoiata in un mezzo bicchier d'acqua, e porgendolo al burattino, gli disse singhiozzando: - Pinocchiuccio mio! Com'è che sai il mio burattino; me lo vengano a mangiare il montone arrosto, e tu, dico la verità, - rispose balbettando nel medesimo dialetto: - Sono l'ombra del Grillo-parlante, s'imbatte negli assassini. - Davvero, - disse quella birba di Pinocchio, rimasto libero dalle grinfie del carabiniere, se la Fata al barbone; - Fai subito attaccare la più bella carrozza della mia medesima malattia? - Ho indugiato anche troppo.

01 agosto 2006

Se sei da solo e ti stai annoiando, vuol dire che sei in cattiva compagnia

E' di nuovo l'una, ma l'altra una. Il che rende questo post simmetrico a quello di sabato. Quando a casa mia si fa l'una, io mi alzo dalla mia scrivania e vado in cucina. Apro il frigorifero e prendo i piatti con gli avanzi della cena del giorno prima. Poi divido i piatti che posso mangiare freddi da quelli che hanno bisogno di essere scaldati. Tutti i piatti sono coperti con la pellicola trasparente, quindi posso impilarli e metterli direttamente nel forno a micro-onde. Massima potenza, 30 secondi per il primo piatto, 15 secondi per ogni piatto aggiuntivo. Aspetto che la lancetta dei secondi vada sulle 12 per attivare il forno, così posso fare altre mentre il cibo si scalda e tenere facilmente conto del tempo passato. Mentre le microonde fanno il loro microsporco microlavoro, io stendo un canovaccio sul tavolo, apparecchio con bicchiere, acqua minerale presa dal frigo, forchetta e tolgo la copertura plasticosa alle restanti pietanze. Dlin. Tutto è pronto, mi metto a tavola e pranzo in silenzio e solitudine. Che non è così triste come sembra, per una sequenza di motivi:
Primo, mangiare in silenzio è molto meglio: il cibo è sacro, e l'atto di cibarsi va affrontato con religiosità. Poi in silenzio si pensa meglio.
Secondo, essendo solo posso mangiare secondo i miei tempi: pochi minuti se ho fretta di fare qualcosa appena dopo, o mezz'ora se ho voglia di prendermela comoda.
Terzo, posso dedicarmi ad altre attività che sarebbero sconvenienti in presenza di altri commensali: si va dal mangiare con le mani al leggere a tavola.
Finito di pranzare, richiudo gli avanzi in frigorifero, pongo le stoviglie usate nel lavandino e faccio pulizia per quanto mi è concesso, essendo masculo. E' tutto qua, veramente. Ed è tutto semplice.