30 ottobre 2007

Delirium Aquarium

Manì le fa una domanda. Non vuole sapere la risposta, ma vuole sentirgliela dire. Hortencia inizia un racconto che dura due isolati, ma lungo come tutta la periferia intorno al nocciolo grinzoso della domanda. Ora Manì non parla, impegnato com'è a chiedersi come manterrà questa promessa infinita. Lei scappa avanti, lui non si ferma a raccogliere gli indizi, si stringe addosso l'impermeabile e si augura di non raggiungerla mai. E' il loro gioco. Si intrufolano in un cinema, o la tana di un enorme insetto. Le pareti devono essere coperte di bassorilievi, altrimenti sono i resti fossili di altre storie come quella di Manì e Hortencia. Si dimenticano l'una dell'altro, mentre i loro volti fanno l'eclisse di fiori che volano via e dello sguardo triste dell'uomo silenzioso che parla attraverso il tempo. Poi una rivoluzione: le risate sono le grida di protesta, le battute scontate sono la mano del boia. La folla è una immensa testa con il mento coperto di sabbia, gli occhi rivolti ad una trappola troppo scontata per non caderne vittima. Senza lasciarsi divorare, i due si fanno cuccioli e scivolano fuori. Hortencia si addormenta, Manì la protegge. Manì si dimentica di tenere fermi gli occhi, Hortencia si sveglia.
"Manì, dove siamo?"
"Sott'acqua"
"Mi fa paura!"
"Dimentica. Vedi quelle luci?"
"Si"
"Sono pesci predatori. Le due luci che portano davanti al muso servono per attirare le prede e per divorarle"
"Avevi detto che non c'era d'aver paura!"
"Siamo già stati mangiati."
"Vuoi dire che..."
"Sì, adesso siamo anche noi pesci predatori"
"Oddio cosa dobbiamo fare? Non so niente di come ci si comporta da pesci"
"Abbiamo un posto in fila, secondo un preciso ordine di grandezza. Avrai visto le figure."
"Riportami a casa"
"Sì. Nasconditi."
Oggi Manì non tocchera Hortencia, perchè pensa che il suo sentimento la contaminerebbe. Le si infilerebbe sotto le unghie e poi dentro le mani, nei lacci del vestito e nel gancio della sua catenina. Se Hortencia gli aprisse la pancia e tirasse fuori i piccoli rotoli di carta quadrettata su cui lui ha scarabocchiato i suoi desideri prima di ingoiarli, le parrebbero così esagerati da finire per credere che lui stia fingendo. Manì ha bevuto latte per tutta la notte, sperando nel bianco. Invece blu qualunque, ovunque. Il desiderio di Manì per Hortencia gli dà il permesso del silenzio.
Allora tutto inizia da un piccolo brivido.

26 ottobre 2007

Scritto perché una macchina lo legga, e solo accidentalmente affinché qualcuno lo esegua

La colonna sonora di tutto questo sarebbe "Supernova Landslide" degli The American Dollar, traccia numero sette dell'album "The Technicolour Sleep". Per ottenere il giusto effetto dovrebbe essere la prima cosa ascoltata dopo il risveglio, ancora prima di sentire la voce di qualcuno, andare direttamente alla canzone. Dovrei anche aggiungerla in coda all'ultima audio-compilazione. Posso mandarvela se volete, tutto in perfetta illegalità. Non è singolare il modo in cui si usa il termine "colonna sonora"? Dal punto di vista del design d'interni scommetto che la Colonna Sonora si adagia sul Tappeto Musicale. Che qualcuno inventi l'Architrave Sinfonica così la facciamo finita.
La colonna sonora di tutto questo sarebbe "Supernova Landslide" degli The American Dollar, traccia numero sette dell'album "The Technicolour Sleep". Dove sono finito? Perchè non scrivo praticamente più? Ah, è colpa di questa canzone. Anche di altre, come lei. Continuo a fare il giro dell'isolato e non mi fermo mai davanti al portone, privo degli attributi necessari per suonare il citofono, diciamo così. Io cerco solo di tirarmi fuori qualcosa che assomigli a questa canzone. Mettere le parole nell'ordine giusto per evocare le stesse tensioni, lo stesso senso di risoluzione, gli angoli ciechi oltre cui si celano ampi viali o vicoli senza uscita, le zone di calma, i furiosi assalti. Una volta era più facile, potevo rompere i giocattoli per vedere come erano fatti dentro. Lo so che è una questione da esteti dei miei stivali, ma quando attacco a percuotere i tasti mi si presenta sotto forma di rampante domanda di senso. E come tutte le ricerche di senso, è questione da "esteta per hobby e per passione".
La colonna sonora di tutto questo sarebbe "Supernova Landslide" degli The American Dollar, traccia numero sette dell'album "The Technicolour Sleep". Ho trattato male due persone. Solo le due persone più importanti della mia presente esistenza, quindi niente di che. Mi domando il perchè di certe mie uscite, a volte. Spesso invece non lo faccio, e combino guai. Dire "mi dispiace" non basta più.
La colonna sonora di tutto questo sarebbe "Supernova Landslide" degli The American Dollar, traccia numero sette dell'album "The Technicolour Sleep". Ho un contenzioso aperto con il tempo. Si nasconde in qualche piega ignota del mondo e io non so dove vada a cacciarsi. Ecco, lo ha fatto di nuovo. Faccio tardi a lavoro.

21 ottobre 2007

Mixtape n.5

30 Seconds to Mars - From yesterday
Chopin - Nocturne no. 1, op. 55
Babyshambles - Carry up on the morning
Cappello a Cilindro - Quel che accade
Chet Baker - My funny valentine (long version)
Chris Botti - Ever since we met
Damien Rice - Me, my yoke and I
Daniele Silvestri - Io fortunatamente
Daniele Silvestri - Occhi da orientale
Giorgio Gaber - Io se fossi Dio
Giorgio Canali - Se viene il lupo
Giorgio Canali - Canzone della tolleranza e dell'amore universale
Giorgio Canali - Fuoco corri con me
Helios - In heaven
Looker - After my divorce
muxu - Journey to the city
Radiohead - True love waits
Radiohead - Idioteque
Radiohead - All I need
saycet - Dreamfactory
Skunk Anansie - Secretly
Suffocate For Fuck Sake - Twenty six and full of plans
The Boggs - Arm in arm (shy child remix)
The Starting Line - Are you alone
The Snake The Cross The Crown - The great american Smokeout
Verdena - Quaranta secondi di niente
Virginiana Miller - La verità sul tennis
The White Stripes - Icky Thump
Nelly Furtado - Maneater
Straylight Run - We'll never leave again
Gregor Samsa - Rock song
Mogwai - Black spider
Emanuel - Cottonomouth
Moneen - The last song I will ever want to sing
The Killers - Indie rock n' roll
Kanye West - Stronger
Plain White T's - Hey there Delilah
Gifts from Enola - Early morning ambulance
Joy Wants Eternity - For we had no road
Moving Mountains - Aphelion
Fabri Fibra - Su le mani
No Doubt - Spiderwebs
No Doubt - Sunday morning
Claude Debussy - Ce qu'a vu le vent d'ouest
Claude Debussy - La cathedrale engloutie
Trentemoller - Take me into your skin
Edit - Battling go-go yubari in downtown L.A.
Alcest - Printemps emeraude
As Cities Burn - The hoard
Battle of Mice - At the base of the giant's throat
Clint Mansell - The last man
Clint Mansell - Tree of life
Clint Mansell - Stay with me
Clint Mansell - Death is a disease
Clint Mansell - Together we will live forever
Cursive - Some red handed slight of hand
Devil Sold His Soul - Dawn of the first day
Do Make Say Think - Horns of a rabbit
Don't Look Back - Farewell to the bright side
Epic45 - The stars in spring
Gallows - Six years
George Doen Screams - Snow Lovers are dacing
Hrsta - Kotori
I Hear Sirens - This is the last time I'll say goodbye
Immanu El - Under your wings I'll hide
Justice - Genesis
Pg.Lost - Yes I am
Pygmy Lush - Hurt Everything
Scraps of Tape - Nashville's got hell to beat
Stars - The beginning after the end
Stars - Take me to the riot
The Angelic Process - Million year summer
The Gathering - Bad movie scene
The Severely Departed - A small divide
The Severely Departed - Thaw
The Severely Departed - Closer to home

E poi qualunque cosa di Eluvium, Stars of the Lid, Helios

10 ottobre 2007

Rainboh

Niente male, questi jeans. Anche la camicia non sarebbe malaccio, se non somigliasse ad una tovaglia da picnic. E poi i bottoni della camicia sono la prima cosa a saltare quando si fa a botte. No, per niente male, questi jeans. E' a causa di due blandi difetti che non si lasciano apprezzare fino alla fine. Primo, sono troppo lunghi. 20 centimetri di risvolto non fanno piacere a nessuno. Secondo, sono blu. Io ho qualche difficoltà a vestire il blu. Perchè ho poca immaginazione. Partorisco associazioni banali. Il blu simboleggia il mare e il cielo. E il mare e il cielo, per me, sono sinonimi di promesse non mantenute. Per il resto, niente male, questi jeans.

Quello che ho in bocca lo sposto contro la guancia sinistra, poi contro la destra. Sputo nel lavandino. L'azzurro chimico del dentifricio è accompagnato da perline di rosso-come-sono-fatto-dentro. Alzo la testa e mi rivolgo allo specchio uno di quei sorrisi forzati, da maniaco. Il sorriso è chiazzato di sangue. Mi faccio ridere ancora di più, stavolta sincero. Adesso che sono solo di nuovo posso smettere questa stupida presunzione di controllo, come un asciugamano dopo la doccia. Il male e il bene nel corso degli eventi non mi riguardano più. Acciuffo due conclusioni, le lego per bene e le traggo a me. Quanto ho da dare, quanto ancora da prendere, quanto sono grandi le mie mani. Forse, se mi metto ad ignorare il tempo con tutte le mie forze, scomparirà. Mentre scalo i piani protetto da un ascensore, nello spazio scuro tra un pianerottolo e l'altro vedo riflesse un paio di occhiaie troppo marcate, mie, prive di contropartita. Come si dice? Ah, sì, grazie.