29 dicembre 2020

Pasta e breccole

Donami una desinenza arcaica per chi, come me, le cose le porta via.

Io una finestra sul fiume non ce l'ho, ma non mi lamento, perché poi si appannano i vetri. E forse è anche una fortuna, che con i pesanti infissi di oggi rischierei d'affogare.

Evidentemente esiste solo la narrativa. È per questo che riesco a nascondermi così bene.

Per uccidere le mosche è consigliabile scegliere pubblicazioni ben arrotolabili e dal giusto impact factor.

Dopo aver conosciuto la fidanzata, aver paura di incontrare il fidanzante.

Il clima monsonico, dentro la testa, produce la foresta pluviale e si porta dietro tutto il suo bestiario. Tanti richiami, umidità, decomposizioni, invenzioni di tane. Difficile capire dove finiscono gli effetti e dove cominciano i collaterali. Poi però ci sono anche i giorni di taiga, dentro.

Joy division è quello che fa la tapparella con la luce, durante il pomeriggio. L'errore di fare le cover sta nell'usare la carta carina e il nastro adesivo, invece della grattugia.

All'inizio del paragrafo pensavamo di stare seduti su un prato, invece era agromanzia. Il futuro pare si possa leggere solo nelle azioni inutili, senza futuro. Forse per non fare rumore. (Nel futuro ci vive un sacco di gente che c'entra tutta e non c'entra niente, insieme.)

Il parquet si è eccitato.
Persone di carta che danno pugni di carta.
Ci frega la noia comparata.
Con la sola forza del pensiero, cavitare.
Pensavo di dormirti, se sei d'accordo.