29 marzo 2006

Il solo denaro che realmente possiedi è quello che spendi

Ventidue è il numero naturale dopo il 21 e prima del 23. La sua notazione cardinale è "ventidue", in notazione ordinale "ventiduesimo,-a". E' composto dai seguenti fattori: 1,2 e 11. Poichè la somma dei suoi fattori è minore del numero stesso, ventidue è un numero difettivo. In notazione romana è "XXII", in notazione binaria è "10110", in notazione esadecimale è "16". E' il numero atomico del titanio, e questo forse spiega il mio invaghimento per il titanismo. 22 Kalliope è il nome di un asteroide chiamato così in omaggio a Calliope, musa della poesia epica e lirica. E questo forse spiega perchè non so scrivere. Nei tarocchi, ventidue sono gli arcani maggiori, e questo senza ombra di dubbio spiega perchè non credo nella cartomanzia, nel destino, nella lettura dei fondi d'investimento, nelle religioni, nelle verità rivelate, nelle falsità celate. All'oroscopo potrei crederci, ma non sto qui a spiegarvi perché. Fidatevi, è una motivazione fondata e sensata.

Anyway.

Ci sono due modi di non credere in Dio. Si può non credere nella sue esistenza, oppure non credere nella sua infinita bontà, nel suo intervento. L'esempio più classico di titanismo, della volontà di innalzarsi al livello della divinità, è Lucifero. Il portatore di luce, la stella del mattino, Prometeo. La favola ci racconta che Dio ci voleva come docili pecorelle nel suo orticello recintato. Ma poi, oooops! Scherzone! Lucifero/Prometeo ci dona il fuoco, la luce, la tecnica, la mela. E per ricompensa viene incatenato, oppure buttato all'inferno, a seconda delle versioni. L'ha presa male, il capo. Quale totale mancanza di senso dell'umorismo. Ma com'è, come non è, da quel momento non abbiamo avuto più bisogno del Sommo. Sempre la favola ci dice che sarebbe stato Dio stesso a cacciarci dal giardinetto, a punirci. Tsk. La verità è che ci siamo licenziati noi, da quel padrone assenteista. Quindi ricordate: ogni volta che accendete la luce, state adorando il demonio. Lunga vita alla mitologia.

1 commento:

AlecSalita ha detto...

M’avete fatto arrabbiare non immaginate nemmeno quanto con questo Vostro sfrontato post. Per sbollire la rabbia cercherò, con metodico orgoglio, di smontare ciascuna delle tesi di cui Vi siete innalzato improcrastinabile profeta.
- Ci sono due modi di non credere in Dio: 1’ non Vi perdono d’aver inserito così mestamente il numero due tra le Vostre discutibili elucubrazioni, 2’ ogni modo di non credere in Dio ha al suo interno una varietà infinita di motivazioni che comunque riconducono ad un’unica ragion d’essere, sempre e comunque;
- L'esempio più classico di titanismo, della volontà di innalzarsi al livello della divinità, è Lucifero: errore! L’ esempio più classico di titanismo è l’uomo, da Adamo a me e Voi, passando per illustri pensatori, filosofi e “scrittori” che dubito approvereste;
- Il portatore di luce, la stella del mattino, Prometeo: mi sembra azzardato comparare il portatore della luce (ladro del fuoco, Vi ricordo, sebbene non credo ce ne sia bisogno) con il portatore della scelta. il primo ha, per così dire, ”inventato” ciò che serviva all’uomo e di cui l’uomo difficilmente poteva e può fare a meno, mentre l’altro si è limitato a presentare all’uomo l’alternativa, lasciando a lui la possibilità, il potere di decidere...non ha fatto nulla di eccezionale, insomma, io non gli conferirei tutti i meriti che gli avete ascritto…
- La favola ci racconta che Dio ci voleva come docili pecorelle nel suo orticello recintato: libero di pensare ciò che volete, per carità, ma non vi siete mai chiesto perché prima che nell’ orticello recintato arrivasse il serpentello l’uomo non aveva neanche accennato a ribellarsi? Non mi pare che stesse così male e, ad ogni modo, uscito da quel luogo di tortura che lo ingabbiava, non fa che lamentarsi…lascio alla Vostra intelligenza la riflessione
- Lucifero/Prometeo ci dona il fuoco, la luce, la tecnica, la mela: nuovamente un accostamento ardito. Laddove la luce, filosoficamente parlando può essere considerata come la possibilità di vedere oltre, di scegliere e discernere, la mela, anche se di mela non si parla, ha un sicuro e noto effetto: ebbene, quella di Lucifero è la tentazione a cui l’uomo non sa resistere, ma di cui conosce menadito gli effetti; quella di Prometeo è la tentazione che, soprattutto oggi, molti rifuggono, ma che apre all’uomo un’infinità varietà di porte;
- E per ricompensa viene incatenato, oppure buttato all'inferno, a seconda delle versioni: altro errore. Lucifero viene buttato all’inferno (che brutta espressione! direi piuttosto che sceglie un’altra dimora, della quale, non dimentichiamolo, è il re) non per aver offerto all’uomo dell’albero della conoscenza ma perché, in un passato indefinito, aveva voluto essere superiore a Dio stesso. Lo si scusi il capo, sapete è permaloso…
- Quale totale mancanza di senso dell'umorismo: questa m’è proprio piaciuta. Ne ho sentite tante i recriminazioni ma la mancanza di senso dell’umorismo mi suona veramente nuova. Ma come, non Vi sembra ironico il modo in cui si rivolge all’uomo e alla donna nascosti per vergogna? A me fa morir dal ridere! Ora non dite che è severo e burbero, che li spaventa, non si nascondono certo per paura! D’altronde Voi stesso avete affermato che da quel momento non abbiamo avuto più bisogno del Sommo!
- ci siamo licenziati noi, da quel padrone assenteista: oh, ma insomma! Se è presente è troppo oppressivo (docili pecorelle nel suo orticello recintato, non son certo parole mie!), se lascia un minimo di libertà è assenteista, insomma decideteVi! Se accettate un’opinione (anche se non l’accettate la dico, visto che non neanche chiesto il permesso per iniziare ad esprimerne) trovo che la “cacciata dal paradiso” sia un effetto automatico del “peccato”, l’ineluttabile meta di chi cerca al di là di ciò che possiede. Non una punizione, dunque, ma nemmeno un licenziamento dell’uomo, piuttosto una inevitabile conseguenza, tutto qui.
- ogni volta che accendete la luce, state adorando il demonio: luce, luce, luce...questo è veramente troppo. Passi il non accettare la tradizione ufficiale secondo la quale la luce sarebbe simbolo della grazia divina, passi il reiterato paragone di Satana con Prometeo, passi anche la traballante metafora filosofica, ma non accetto che si dia un peso così esiguo all’atto che, sempre su un livello più alto di astrazione, è da considerare come il sommo impegno dell’uomo. Accendere la luce, guardare, porre sotto i riflettori un problema, porsi domande e cercarne le risposte, incuriosirsi, non adagiarsi sui dogmi, non prender “per buone le verità della televisione”, come diceva un maestro, stuzzicare i sensi e il cervello e si potrebbe continuare per ore, ma anche no...tutto ciò Vi sembra un sottomettersi a qualcuno, adorare un “chiunque” che ci ha solo posto davanti a una finestra senza nemmeno chiederci di guardar fuori...no, no di certo! Questo non posso accettarlo! Se c’è un titano quello è l’uomo, se c’è qualcuno da adorare quello è l’intelletto, se c’è un Lucifero o un Prometeo quello è la filosofia, intesa come ragionamento, dubbio, crisi. E responsabilità. Non lamentarsi della mancanza di senso dell'umorismo, ma prendere in spalla i propri averi e camminare fuori dal paradiso terrestre, con la consapevolezza di poterci ritornare in qualunque momento, arricchiti del mondo di fuori.
Mi scuso per quella che può sembrare saccenteria. Volevo solo esprimere un parere e m’hanno insegnato a farlo con determinazione e senza dubbi, forse sbaglio ma non conosco altro modo e non m’è dato di inventarlo.