02 luglio 2006

In lingua svizzera

Mentre si completava la variazione che avrebbe portato al secondo movimento, la musica prese una direzione inaspettata. Contrariamente alle opere di un tempo passato, la nuova musica era composta per riflettere ed amplificare le sensazioni e gli stati d'animo del pubblico ascoltare, non quelle del compositore. Nella nuova notazione, indecifrabile per un musicista atavico, vi erano una moltitudine di linee e segni, al di là dell'antiquata singola linea temporale. Riducendone la complessità ad un livello a noi comprensibile, potremmo dire che trovavano spazio le indicazioni su quali segnali dell'auditorio aspettare, come prevederli e quale tra le molteplici linee melodiche seguire, a seconda delle varie reazioni. L'inizio di ogni esecuzione partiva in base allo stato d'animo generale rilevato, ed aveva uno svolgimento sempre diverso: ogni possibile piccola sfumatura nel sentore e mescolanza di queste era prevista, e messa in musica. Ciò nonostante ogni opera continuava a mantere una sua ben precisa unicità: rare erano le citazioni e il rifarsi a musicisti del passato era considerato un vero e proprio sgarbo al gusto del pubblico. Un insulto, insomma.
Ma quella sera, qualcosa stava per andare storto. Un enorme insetto peloso era comparso in un punto ben visibile del palco. Nessuno potè fare a meno di notarlo. Il sincero disgusto suscitato nel pubblico femminile risultò in note dalle frequenze altissime, al limite dell'udibile e a ritmi irregolari e impossibili da seguire, anche dal più smaliziato estimatore del sans-tempo, uno dei nuovi generi. Disarmonie e forzature melodiche, invece, furono causati dall'attrito nelle reazioni degli uomini; i quali si schifarono anch'essi, ma si fecero ben forza di non darlo a vedere, ostentando la loro virilità. Quello che ne venne fuori fu un pasticcio inascoltabile e stridente, che andò ad amplificare e ancora peggiorare l'umore di donne e uomini. Questo si riflettè nuovamente nella musica, facendo raggiungere quel limite, già previsto comunque nello spartito, che costrinse i musicisti e il direttore a sospendere il concerto. Tutti sapevano che era la fine. D'ora in poi, se un solo partecipante di quella sera avesse presenziato ad un nuovo concerto, ricordando anche solo per un istante questo evento, avrebbe generato una serie di cambiamenti nella musica e feedback da parte del nuovo pubblico, tale da causare un'altra sospensione. Chi assisteva ad una sospensione, era bruciato per sempre. Certo, poteva sempre tornare ad ascoltare la musica antica, ma non era la stessa cosa. Era comunque un fatto che tutti sapevano e accettavano: la nuova musica, un giorno, sarebbe "scomparsa". Per sempre composta, mai più ascoltata.

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