23 marzo 2007

La contingente lotta tra Qui e Adesso

Cavalcare tori meccanicistici.
Riprendere il controllo.
Leccare l'interno di una scarpa e salivare copiosamente.
Avere un occhio nero e uno bianco.
Spiare le grate metalliche da sottoterra.
Piantare stelle alpine nella steppa.
Assomigliare a Shirley Manson, ma con p+ù trasparenze.
Mappare la trasformazione da zebra a mucca e ritorno.
Rimanere seri al telefono.
Cancellarla di nuovo.
Gonfiare palloncini fino a quando fanno male le mascelle.
Mettere in fila il giallo, il magenta, il nero e il grigio azzurro.
Incrociare le braccia per sfruttare assieme il linguaggio del corpo e la psicologia inversa.
Parlare a cena del test di Turing.
Spiegare un acronimo.
Scrivere sulla schiena di qualcuno come fosse una tastiera.
Disturbare la percezione del proprio corpo con rombi ed ellissi, ma soprattutto rombi.
Credere di essere i primi ad immaginare la bicicletta con la retromarcia.
Filtrare la luce con della cartilagine, ad esempio dell'orecchio.
Trovare l'alfa e l'omega in una salsiccia abbrustolita, adagiata su un letto di purea di patate.
Indossare la compassione con criterio.
Mettersi nei panni di qualcuno che è nudo.
Trattare gli oggetti come persone.
Liberaci dal male, in cambio di 5 talebani.
Cowabungalow.
Aspettare la propria stazione avendo gli occhi verdi.
Affitta allo stomaco.
Soffitto di cipolle.
Perchè tra il sì e il no, vince il sì.
Ma con un colpo di coda, far vincere il no a tavolinetto. Divanolinetto. Diavolometto?
All'ego non basta una sedia, pretende un divano.
C'è un regista teatrale che si chiama con un certo nome, che è proprio il suo. Il suo più grande problema attualmente è una attrice teatrale, che anche lei ha un certo nome, ma che non è proprio solo il suo perchè lo stesso nome ce l'ha anche un'altra, che però non fa l'attrice, ma è teatrale lo stesso. Beh, c'è questa scena in cui l'attrice dal nome proprio comune deve infilare le mani in una cesta piena di segni e messaggi raccolti nei letti del mondo. Capelli, brandelli di pelle, sopracciglia, macchie di sangue, di sperma, di urina, di saliva, peli di gambe, pezzi di unghie. E l'attrice interpreta la scena sempre con disgusto. Il regista invece si aspetta meraviglia e delirio.
Tatuare nel braccio interno l'atlante delle tempeste, degli assiomi, dei fuochi d'artificio, delle crociere, delle inondazioni, dei fori nelle orecchie, dei liquori clandestini, delle funzioni d'onda, dei denti devitalizzati, della mineralizzazione, delle armi da fuoco da terra da acqua da aria, delle schiene incancrenite, degli errori di grammatica, dei capelli rossi, delle foto sparse sopra un tavolo da biliardo, delle vesti di marche che imitano altre marche più costose ma che non ti puoi permettere e che scuci e ricuci di notte per farle sembrare sempre diverse, della ruggine sulle portiere delle automobili, delle tecniche giapponesi per disegnare i gatti, dei ragni soffiati via dalle loro ragnatele, delle scale metalliche che collegano esternamente i piani di tutti e solo gli edifici rossi, dei finti mal di testa per non andare in cielo, delle scelte sbagliate nell'accostamento dei colori, nelle notti in cui la fase della luna non ha un nome, delle vignette politiche che non fanno ridere, dei disegni fatti cambiando la direzione della peluria sul velluto, dei decessi programmati con ottimistico anticipo.
C'era una volta una principessa, ma era morta due anni prima.
L'amore per la logica produce lussuria per la meccanica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

spero non isa colpa del mio stesso mc...
lilyce