01 agosto 2006

Se sei da solo e ti stai annoiando, vuol dire che sei in cattiva compagnia

E' di nuovo l'una, ma l'altra una. Il che rende questo post simmetrico a quello di sabato. Quando a casa mia si fa l'una, io mi alzo dalla mia scrivania e vado in cucina. Apro il frigorifero e prendo i piatti con gli avanzi della cena del giorno prima. Poi divido i piatti che posso mangiare freddi da quelli che hanno bisogno di essere scaldati. Tutti i piatti sono coperti con la pellicola trasparente, quindi posso impilarli e metterli direttamente nel forno a micro-onde. Massima potenza, 30 secondi per il primo piatto, 15 secondi per ogni piatto aggiuntivo. Aspetto che la lancetta dei secondi vada sulle 12 per attivare il forno, così posso fare altre mentre il cibo si scalda e tenere facilmente conto del tempo passato. Mentre le microonde fanno il loro microsporco microlavoro, io stendo un canovaccio sul tavolo, apparecchio con bicchiere, acqua minerale presa dal frigo, forchetta e tolgo la copertura plasticosa alle restanti pietanze. Dlin. Tutto è pronto, mi metto a tavola e pranzo in silenzio e solitudine. Che non è così triste come sembra, per una sequenza di motivi:
Primo, mangiare in silenzio è molto meglio: il cibo è sacro, e l'atto di cibarsi va affrontato con religiosità. Poi in silenzio si pensa meglio.
Secondo, essendo solo posso mangiare secondo i miei tempi: pochi minuti se ho fretta di fare qualcosa appena dopo, o mezz'ora se ho voglia di prendermela comoda.
Terzo, posso dedicarmi ad altre attività che sarebbero sconvenienti in presenza di altri commensali: si va dal mangiare con le mani al leggere a tavola.
Finito di pranzare, richiudo gli avanzi in frigorifero, pongo le stoviglie usate nel lavandino e faccio pulizia per quanto mi è concesso, essendo masculo. E' tutto qua, veramente. Ed è tutto semplice.

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