26 agosto 2006

Con o senza, ma non è la stessa cosa

Il pericolo che corri, lo stai

s
o
p
r
a
v
v
a
l
u
t
a
n
d
o

Il pericolo che rappresenti lo stai

i
g
n
o
r
a
n
d
o

Volevo scrivere questo racconto come un serpente, ma non sarei mai stato in grado di fargli mordere la propria coda. Tra la opzioni a disposizione c'è la possibilità di svanire, la possibilità di svenire, l'improbabile ortogonalità dei punti da unire. Avrei piacere a far circolare il mio sangue fuori di me, temporaneamente, dentro un tubicino di plastica trasparente. Poter vederlo passare, confonderlo estraendolo da un punto del corpo e reinserendolo in un luogo differente.
(( ...il contrario di "amore" non è "odio") è "solitudine")


A te suggerirò dei nomi di fantasia. Per apparire speciale.

Te chiamerò con solo vocali, escludendo le consonanti, abusate. Per apparire speciale.

A te sembrerà che io voglia migliorare. Lo farei. Per apparire speciale.

Con te fingerò di essere spaventato, fingerò di essere colto. Per apparire speciale.

A te chiederò di feste, di persone, di persone alle feste. Ti dirò che non vado alle feste. Perchè chi non va alle feste lo fa per apparire speciale.

Se questa fosse una favola, la morale sarebbe: Quando corri in un cerchio, la normalità che ti lasci alle spalle (la normalità che VUOI lasciarti alle spalle) è sempre davanti a te. Irragiungibile.

Nessun commento: