06 febbraio 2007

Le mie labbra si sono addormentate

...e ho perso fiducia nell'aiuto del pubblico.
Introduzione melodica, ingredienti per due persone, condire con rumore a piacimento.
Non sono che frazioni trascurabili dell'unità di tempo, quelle in cui io mi trattengo immobile. Non sono modellate con le stesse particelle dell'aria, perchè non le respiro. Sono come flussi, campi invisibili, che mi attraversano quasi fossi a loro impalpabile e ogni volta abbandonano o portano via qualcosa. Invece di doni, pedaggi. Dovrei essere sollevato quando tutto questo accade e invece mi sento tirato giù. Anzi tirato in tondo, come se mi avessero legato le caviglie alla lancetta di un enorme orologio meccanico. Ed in ogni momento il braccio dei minuti indicasse il basso. Poi quando mi sento parlare, mi sembro un essere perfettamente razionale, uno di quelli che tengono nascosti in stanza bianche dalle pareti tempestate di cuscini. Lo so benissimo che ti piace discutere della libertà, ed è per questo che non tiro più fuori questo argomento. Una volta volevamo scrivere un libro e riempirlo di tutte le cose che riempivano il tempo passato insieme. E adesso siamo rimasti senza libro e senza tempo insieme. Gli intervalli delle nostre relazioni impersonali sono così leggeri, leggeri, e i passi fatti sulla strada verso dimenticare verso ricordare così pesanti, pesanti. Che se tu mi stessi lasciando delle mollichine di pane per trovare la strada, io starei andando in direzione opposta; e naturalmente dopo aver girato la testa alla prima mollica sarei già perso. Ci si sta consolando con forme trite quando entra in scena la vocina impertinente: ella fa domande elementari, chiede "ma chi?" "ma perchè?". E mette in crisi un sistema. Allora che la si spinga via, titubando: "Mmmmma, dai, non stare a cavillare, lascia fare, non ti preoccupare". Il problema di girare intorno alle cose è che poi si forma il solco per terra, diventa un binario e non se ne esce più. Io lo so come andrà a finire: Dal punto centrale entrambi si allontano, dandosi le spalle, come duellanti. Lui le ha lasciato scegliere l'arma e lei ha scelto se stessa. L'inquadratura da sopra la spalla di lui, che si gira e la vede andare via: "non si volterà". L'inquadratura da sopra la spalla di lei, che si gira e lo vede andare via: "non si è voltato". Tutto sfuma in un bianco accecante. Cos'è quella cosa che distilli e mi instilli, gocce soporifere o vanagloria?

1 commento:

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)