11 febbraio 2007

Dormimmo in un hotel alla periferia di Adelaide

All'interno dell'occhio, sulla retina, ci sono due tipi di cellule fotorecettive: coni e bastoncelli. I coni permettono di vedere i colori, ma hanno bisogno di certa quantità di luce, mentre i bastoncelli percepiscono anche a basse intensità, ma non i colori. Al centro della retina c'è una zona chiamata fovea, nella quale c'è un'alta concentrazione di coni. L'elaborazione ad alta risoluzione delle immagini avviene lì. Questo spiega perchè di notte, guardando un cielo stellato, le stelle al centro del campo visivo sembrano scomparire mentre sono più brillanti ai lati. (A me, ad esempio, capita, spegnendo la luce per mettermi a letto, di riuscire a intravedere con la coda dell'occhio una leggera luminescenza della lampadina appena spenta, luminescenza che scompare appena guardo la lampada direttamente). Un'altra caratteristica della fovea è quella di essere praticamente priva di coni per la visione del colore blu. Per questo motivo è molto difficile leggere un testo di colore giallo chiaro su di una pagina bianca: l'unica differenza tra quei due colori è la quantità di blu. Ed è per lo stesso motivo per cui l'evidenziatore giallo funziona così bene: cattura l'attenzione sfruttando la visione periferica che riesce a "vedere" il blu; quando poi si sposta lo sguardo sulla parte evidenziata, ed entra in azione la fovea, il contrasto giallo/bianco diventa poco percebile e non intralcia la lettura.

Oggi, domenica undici febbraio duemilasette. Molti pensano che oggi sia stato preceduto da sabato dieci febbraio duemilasette, comunemente detto ieri, ma solo per oggi. E molti hanno ragione. Quella dei giorni è una serie. Quindi ogni giorno può essere visto come un elemento di una lista infinita. Per comodità di analisi noi riduciamo il sistema osservato: per un giorno, ci sono un giorno precedente e un giorno successivo. Così ogni caratteristica che si può dedurre per un giorno con queste caratteristiche, si può dedurre per ogni altro giorno. Per induzione, cara. Ora, consideriamo la sequenza di questi tre giorni come una sola entità, con oggi non distinguibile da ieri o da domani. Il nostro "esserci" sarebbe adagiato in questi tre contenitori e ne prenderebbe la forma come se fosse acqua. Il problema della percezione del qui ed adesso si può così ridurre ad una questione geometrica, la sezione generata dall'intersezione tra questo oggetto temporale e un piano perpendicolare alla direzione del tempo. Questa osservazione però comporta dei problemi di linguaggio: quello che noi chiamiamo "scorrere del tempo" sarebbe una percezione generata da una osservazione effettuata da un punto di vista che trascende il tempo stesso e lo deduce da qualcosa che tempo non è. Le implicazioni sono innumerevoli. Ma quello che volevo dire è che sono già le sei e tra poco è di nuovo lunedì.

Nessun commento: