04 febbraio 2007

Come sono stupidi i titoli delle canzoni inglesi tradotti in italiano

Qui dentro fa eccezionalmente caldo. Eppure in questa marea c'è un iceberg, uno di quelli di cui si vede solo la punta. E' gelido, è solido, così impenetrabile che basterebbe toccarlo per farlo scomparire. Al suo interno ogni cosa è cristallizzata e addormentata. La marea si muove disordinata sospinta da un tempo che viene interrotto, poi cambiato, poi interrotto di nuovo e ancora cambiato. Ci sono luci blu da un lato e luci rosse da un altro lato. Se lì ci fossero l'inferno e il paradiso vorrebbe dire che noi ci troviamo in un limbo (e io non avevo mai immaginato che il limbo potesse essere così buio e affollato). Andiamo ancora più addentro? Io tengo gli occhi spesso chiusi, per il fumo, per non dover sentire con niente altro che lo stomaco e le gambe. Ogni tanto guardo in basso verso lo spazio che ci sta in mezzo. Se apro la mano al massimo, c'entrerà magari due volte in questo spazio: quindi non ci dividono che 50 cm, al massimo. Io non permetto che siano di più e tu non permetti che siano di meno. Ogni tanto guardo te mentre sei girata verso chissà chi altro. A volte mi dici qualcosa e io intuisco che mi stai domandando della canzone che c'è adesso, ma non ti so decifrare, che come al solito il senso di riconoscere le parole è il primo ad andarsene; e allora annuisco, oppure scuoto la testa sconsolato, e ti sorrido. Quando andiamo via non ci sono rimpianti, che la musica tanto è finita.
In tutto ciò che fila così liscio, non manca un certo senso di crudeltà. Può capitare di spaventarsi intravedendo un uomo addormentato dentro un furgone, che non si capisce se ti stia guardando o meno. Può capitare che uno si attacchi all'uso improprio della persona di un pronome, o all'uso sottilmente chiarificatore. Può capitare che uno, dopo aver parcheggiato, si fermi ad ascoltare quei 9 minuti di canzone che il giorno dopo a leggerne il testo erano proprio azzeccati -ma ieri non lo sapevi e allora capisci che era pura ispirazione-. Può capitare che uno, appena sceso dalla macchina, senta impazzire gli uccelli nascosti dagli alberi ancora neri per la notte, e lo prenda il senso di sè e la giornata successiva che si stanno aspettando a vicenda per darsi il cambio. Può capitare che uno prima d'addormentarsi si figuri Oscar Wilde che proclama che la vita vada vissuta come un'opera d'arte, e a me il cyrano mi sta bene che è una gran bella opera: però questo può capitare per colpa di quel gin tonic in più preso perchè lo si era letto il giorno prima in un racconto di Hemingway e lo si voleva provare; ma che l'unico effetto sortito può essere stato quello di aver provocato stupidi pensieri d'amore e di pennacchi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

You write very well.