30 giugno 2005

A chi cade

E a chi viene già caduto.
ovvero:
Attriti, detriti, contriti, sedentari e sedimentari.


Facciamo conto che adesso non sia adesso. Ma x milioni di anni fa. E qui non qui.Ma a y anni luce da qui. Boom. Catastrofe cosmica. Stelle che si infrangono, pianeti che cozzano, fenomeni d'implosione. Detriti. Tanti. Ma a noi ne interessa solo uno. Questo detrito si avvia per la traiettoria che il fato ha tracciato per lui, lungo una retta infinita (a prima vista). Torniamo a noi, qui e adesso. Una persona vive la sua vita. Non è eccessivamente attiva, ma nemmeno l'ultima delle schifezze. E' moderatamente felice, equilibratamente soddisfatto. Questa persona, essendo ancora viva, si muove. Cambia la propria posizione, di continuo. Spesso su piccola scala, a volte di ordini di grandezze superiori a se. Ma è ignara. Del suo affanno inutile. Per quanto possa muoversi, c'è un istante, nello spazio e nel tempo, in cui la sua traiettoria combacierà con quella del nostro peregrino celeste. In quel punto, l'esistenza di entrambi cesserà. Anche il corpo siderale, ormai consunto dal difficoltoso passaggio nell'atmosfera, con gli ultimi residui di quell'energia originale che lo ha spinto sin qua, si spegnerà. Si consumeranno entrambi nell'impatto. La somma delle loro esistenze, su scale temporali diverse, sarà un desolante zero.
Morale della favola? Nulla si crea, qualcosa si trasforma. Ma tutto si distrugge da se.

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