11 maggio 2007

Reincarnazione di un vegetariano

Io credo che la totale prevedibilità del mondo verrà un giorno ad accoltellarmi nel mio letto e mi troveranno così, morto affogato in me fuoriuscito.

M'immagino una storia di onore e combattimenti tra le coccinelle rosse con i punti neri contro le coccinelle nere con i punti rossi.
Le coccinelle hanno il coccige?

"Tutte le morti, ad un certo punto, contemplano l'arresto cardiaco"
"Ma io ti voglio bene"
"Tu confondi causa ed affetto"

Il racconto di quello che accadde dopo la fine.

Hai presente quando in una giornata di vento, al mare, si vedono gabbiani in cielo e sembrano immobili? Volano, eppure non si spostano di un metro, nè avanti nè indietro. Traboccano di sicura calma. Ecco, io vorrei stare così.
(era per MCp)

"Come vuoi che ti rimanga la cicatrice?"
"Per favore, circolare"

Il resto non lo posso dire. So solo che non lo voglio fare. Ne voglio uscire dissolto e levigato. Velleitario di quelli che lasciano le ustioni più gravi. Con la pelle accartocciata e che non si parli di animali da cortile. Oggi bevendo nuovamente glicerina non sentirei un cazzo di niente. E quella stazione della metro di parigi, e quel vagone. Non so quale dei due stia frenando, ma quella nota la riconoscerei tra mille, figuriamoci tra 7. E il cancello di casa tua che fa lo stesso rumore della intro di una canzone dei Cure. Pizzicore commovente, certo. Ma non mi vedrete mai con le lacrime agli occhi. Sulla lingua, forse. Il mio apparire e scomparire fumoso sarebbe dovuto venire alla maniera dei prodigi della pirotecnia, invece è una cazzata. Vino e foschie, trova la parola di mezzo. Oggi non riesco a infilarmi i guanti, non è incredibile? Ecco un aristocratico capezzolo da cui succhiare il lattice. Ora scrivo di quella vecchina che passa per il quartiere piegata in due nelle sue deformità, a passi piccolissimi e serratissimi, con le buste della spesa sempre azzurre e sul capo un fazzoletto sempre livido. Ora scrivo che un giorno sarà morta e io non la vedrò più passare e semplicemente non ci penserò più. Ora scrivo di come mi fa sentire amaro e apatico e farsesco. Ora vorrei riuscire a dire che il mio concetto di decenza è andare via in silenzio.

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