20 settembre 2006

Odio Robin Hood

Invitato a questo party così escluviso, mi prendo la briga di appuntarmi all'occhiello una di quelle etichette adesive sulle quali posso scrivere chi non sono. Io non sono vegetariano, non sono accondiscendente, non sono uno che la pensa come la pensi tu, non sono un sognatore, non sono malato, non sono un artista, non sono uno scienziato, non sono credente, non sono credulone, non sono superficiale, non sono ne' razionale ne' irrazionale. Il valore della somma dell'integrale delle mie parti è un intero positivo.
Quando mi sveglio la mattina, la mia faccia e le mie mani sono percorse da un formicolio sommesso, sono infastidite dal minimo contatto: lavarmi il volto e le mani produce piccoli brividi accompagnati da grugniti tremolanti, come quelli emessi da telespalla bob ogni volta che pone il piede sopra un rastrello. Non so descrivervi la differenza che c'è tra scendere ogni mattina dal letto posando il piede su un tappeto scendiletto piuttosto che sul nudo pavimento: ma vi assicuro che questa differenza c'è e si fa sentire. Le differenze che si fanno sentire sono come bambini maleducati che attirano l'attenzione della gente con i loro capricci. Anche se non ottengono ciò che vogliono, ricevono attenzione: traggono comunque un vantaggio. Quale vantaggio invece per quei bambini che si sono lasciati piegare dall'educazione di genitori e insegnanti, quelli che non si fanno sentire, che non urlano, che non attraggono l'attenzione altrui non perchè non la vorrebbero, ma perchè condizionati a temerla? Vorrei che qualcuno avesse detto a questi bambini: "non fate ciò che vi viene detto di fare". Più persone avrete reso felici, meno sarete felici voi stessi.
C'è una storia molto semplice: i protagonisti sono l'aitante signor Laundry, la signorina BollaDiSapone e il giovane AmbiDestro. Lo svolgimento è altrettanto semplice: il grande sogno di AmbiDestro era conquistare il cuore della bella BollaDiSapone. Ogni volta che passavano tempo insieme, AmbiDestro aveva l'impressione che BollaDiSapone non gli fosse del tutto indifferente, ma lei non gli aveva mai dato un chiaro segno della sua preferenza. AmbiDestro allora si prodigò per piacere a BollaDiSapone, cercò di cambiare, di migliorarsi, di rendersi una persona desiderabile. La trattò con riguardo e dolcezza, le stette accanto quando lei ne ebbe bisogno e cercò di coprire ogni ruolo che avrebbe coperto un compagno ideale: amico, amante, complice, padre, figlio.
La conclusione della storia è invece raramente complessa: composta da una parte reale ed una immaginaria. Nella realtà BollaDiSapone preferì l'odiato Laundry al buon AmbiDestro. Lei non seppe o non volle dare alcuna spiegazione, anche se fu costretta ad ammettere che probabilmente Laundry non valeva un terzo del nostro povero eroe, ma che a lei non importava. Ora la parte immaginaria: Il demone dell'amore non ebbe scelta. Laundry, con tutti i suoi difetti, ma anche con i suoi pregi, era un facile bersaglio. Scoccare la propria freccia in quella direzione era non solo una scelta facile, ma l'unica possibile. AmbiDestro, invece, con la sua voglia di perfezione, col suo desiderio di essere tutto, ha finito per non essere niente: un bersaglio in movimento, impossibile da mirare, figuriamoci da colpire, da raggiungere.
L'avevo detto che si trattava di una storia semplice, ai limiti del banale. Ma come tutte le storie: si raccontano affinché chi le ascolta non cada negli stessi errori. Si raccontano spesso ai bambini, affinchè non cadano nel banale errore di commettere banali errori. Eppure la paradossale morale di questa storia è che commettere banali errori spesso risulta essere la non banale cosa giusta.
Spengo la luce.
Buonanotte.

Nessun commento: