30 gennaio 2006

Puoi correre, ma alla fine ti troveremo

Oggi ho detto che la felicità esiste ed è effimera. E' lì fuori, da qualche parte, che ci aspetta. E quando la troviamo dura poco. Ma non si può ignorare che esista.
Ci credo. Ci credo, ancora. Ma credo anche ad un'altra cosa: mi sento fuoriposto in ogni luogo. Credo di poter essere qualunque cosa per qualunque persona in qualunque situazione. Per questo non posso essere un me stesso ipotetico in nessuna circostanza. Mi sento orbo, zoppo, monco, semiparalitico: metà di me non sente niente, metà di me non fa niente, metà di me non ha senso, metà di me non esiste. E' per questo che cerchiamo sempre la nostra metà? Trovarne una non è più importante che trovare quella vera. Se ora lo scrivo cento volte non avrà più il valore che aveva prima.
Metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà, metà.

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