26 settembre 2010

L'eterno ritorno in cuffia

Perché mai qualcuno dovrebbe riempire una bottiglia di coriandoli e lasciarla a testa in giù?
A volte ho lo sguardo perso di un gigante che non capisce la scala del mondo.
Tutte quelle lezioni di piano che non ho mai preso stanno finalmente dando i loro frutti.
Dopo molti anni ho cambiato lo spazzolino. Traumaticamente. Io e quello spazzolino abbiamo fatto molte cose insieme, cose come avventure. Cosa accadrà adesso?
Si può anche essere un set di posate.
Uno squittire della ruota in curva e di subito mi assedia una miriade di nostalgie di notte d'estate con i grilli intorno.
Dove sei statico?
E' forse una ignominia, da parte mia, togliersi la camicia prima di lavarmi i denti?
Il contrario di divieto è permesso od obbligo?
Mi è venuta la solitudine, ma è andata via e non torna più. Lasciandomi solo?
Mi perdo sempre la formazione delle nuvole. Arrivano da altrove e scivolano via, ma non vengono mai alla luce.
La carica più ambita nella società dei mulini a vento è quella di ministro della difesa.

Di notte le strade disgustose. Se accelero dimentico. Mi vengono gli occhi piccoli da insetto. I movimenti percepiti nel campo visivo periferico, mi danno la caccia, mi infestano. Che la pioggia si depositi pure sulle finestre, fatemi vedere in quanti parti si può frantumare il mondo fuori. In quante parti essere frantumati. Sto ossessionando sul come prima mai più. Non sono pronto, sono instabile e informe, dentro. Sui tremori di prima.

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