21 novembre 2008

Lettera di licenziamento al mio spleen

Provo a tirarmi su le maniche, ma i polsi della camicia sono troppo stretti e viene su solo il maglione. Ancora, sbagliando.

Da piccolo mi rifiutavo di mangiare i biscotti rotti. Dicevo che non mi piacevano, ma in realtà era solo l'ignavia dei gesti minimi: andarli a ripescare con il cucchiaino o trovarseli molli, contro i denti, bevendo il latte. Da grande continuo a scansare i biscotti rotti, per un motivo che oscilla tra l'estetico e l'anestetico. Estetico, perchè i biscotti si inzuppano in coppia, schiena contro schiena, e un biscotto rotto non si lascia accoppiare. E' inavvicinabile sia ai biscotti interi (evidente), sia agli altri biscotti rotti, perchè ogni biscotto è rotto a modo suo, diverso. Anestetico, perchè da grande ho scoperto i meccanismi dell'analogia. Non mangiamo quello che siamo, ma quello che vorremmo essere. Nessuno vuole essere un biscotto rotto.

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