15 maggio 2005

l'anarcobaleno delle banalità

Mi sento parlare per banalità e luoghi comuni. Faccio discorsi che non interessano me per primo, e tenere viva l'attenzione neanche a parlarne. Ma nessuno mi da retta lo stesso. Non voglio lamentarmi che chi dice di interessarsi poi invece pensa ad altro, ma mi pare che sia così. Sono stupido io che mi preoccupo e mi curo di loro, ma non riesco a farne a meno. Faccio la lista delle persone che vorrei comprare, ma poi le elimino tutte con una spunta. Non ne incontro altre, non riesco nemmeno a sopportarne lo sguardo. E non ho finito il lavoro per lunedì, e non mi va di finirlo.
Spero di incontrare la persona giusta. No, spero che lei trovi me. Ma si deve sbrigare, qua va tutto a rotoli e io francamente mi sono rotto gli imballaggi. Erano le 15.35 e avevo una speranza. Ora sono le 17.35 e m'è rimasta solo una disillusione. E nessuno a cui parlarne. Ho scritto solo nella speranza che un giorno le cose andranno meglio, e allora dovrò ricordarmi di come sono ora ed essere grato. Scrivere per non dimenticare.

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