Così siamo sul fondo del mare. Ti vedo cercare di suonare coralli e spugne con un archetto per violino. I tuoi discorsi si tramutano in modulazioni di forma e dimensione di gocce d'aria che precipitano all'insù. I tuoi capelli riconquistano quella libertà finora negata loro dall'opprimente gravità. Non c'è orizzonte, solo colore. Mentre il cielo è la somma di motivi curvilinei. Come dubbi.
Esagerare in pubbliche effusioni potrebbe suscitare dispetto. Qualcuno ci dice: "fate schifo". Ed io: "Hai ragione. Perchè siamo liberi."
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