Mi sento in colpa, ma forse non ho fatto niente. Forse mi sento in colpa perchè non ho fatto niente. Non è facile farsi capire quando a priori ci si astiene, volontariamente, da ogni comunicazione. C'è differenza tra non avere niente da dire, non sapere cosa dire, non dire nulla per l'ansia di non rimanere in silenzio, non sapere come dirlo? Il silenzio segna questi giorni come un marchio a fuoco, doloroso, cicatriziale; un silenzio imposto dagli eventi, un silenzio auto-impostomi per non generare altri eventi. Non so cosa pensare e non so come pensarlo: il silenzio esterno rimbalza e riflette internamente, come in una cassa di risonanza impossibile. Chiedo scusa già da adesso, per quello che può valere.
Mi sono fatto violenza e sono andato a fare un po' di spesa, nel grande centro commerciale. Parcheggio sempre nella zona verde C6, al primo piano interrato. Mi sono recato alle scale mobili, ho preso un carrello troppo grande per la quantità di cose che avrei dovuto acquistare e sono salito, facendo passare davanti a me una signora, che non se lo aspettava. Tralascio il fastidio di inoltrarmi in una babele di scaffali ricolmi di occasioni a 0.99€, la calca, l'immanovrabilità tipica dei carrelli della spesa, una parete colma di birra, ma tutta chiara e l'impossibilità di trovare un alimentatore universale con l'interruttore per il cambio della polarità, che mi serve per far funzionare il mio nuovo giocattolino. Ho comprato 10 litri di succo di pera in cartone, una bottiglietta di salsa chili, patatine di mais tortillas, una scatola di salatini, 10 piccoli indiani di Agatha Christie e Il cane giallo di Georges Simenon. Pochissima gente alla cassa: strano per un venerdì pomeriggio. La cassiera, forse vedendomi gracile di braccia e carico di pesante succo di frutta mi chiede: "Le buste le vuoi grandi?". Non mi aspettavo la domanda, e infatti sono rimasto a pensarci un po' su. Poi ho esclamato perentorio: "Sì", come se avessi sempre voluto dare quella risposta. Lei mi guarda con fare materno, mentre mi allunga due buste blu. Allora io, mettendo a frutto anni passati a incastrare pezzi a tetris, penso: "Metto 5 litri per busta, ma il resto della roba è fragile, potrebbe rompersi in una delle due buste, schiacciata dal peso del liquido". Veramente non l'ho pensato, mi sono piuttosto fatto un disegnino esplicativo nella mente. Le chiedo: "Mi dai anche una busta piccola, gentilmente?". Lei si irrigidisce, mi guarda con fare interrogativo, ma infine mi cede anche l'ultima bustina bianca, nella quale ripongo la spesa miscellanea. Durante questo piccolo teatrino, le avevo allungato il bancomat: lei lo aveva passato nell'apposita fessura dell'apposito strumento e me lo aveva porto. Quando ebbi finito di digitare sul tastierino numerico la sequenza che corrispondeva al mio codice mai-così-segreto, mi furono tolti dal conto BancoPosta poco meno di 29 euro e forse qualcosa per la commissione. Uscii, mi feci riportare al piano inferiore dalla scala mobile e, mentre scaricavo le buste della spesa nel bagagliaio dell'auto, mi accorsi che nella macchina accanto c'erano due ragazzi che si scambiavano effusioni. Feci finta di non vederli per non imbarazzarli, ma dissi dentro di me: "bel posto per limonare". Questo lo pensai proprio, senza disegnini. Feci il giro largo intorno all'auto per andare a far ricongiungere il carrello con i suoi simili, sempre ignorandoli. Recuperai l'agognata moneta da un euro e la misi nel taschino piccolo dei jeans. Strano a dirsi, ma è così che finisce questo inutile resoconto.
Il libro di Agatha Christie l'ho letto stanotte, invece di dormire. Non vi racconto il finale, ma vi dico che è inverosimile. La trovata è buona, ma ci sono almeno un paio di punti in cui lo stratagemma risolutivo non può aver funzionato. Se questo è l'eponimo dei libri gialli, il genere non deve stare messo troppo bene. E inoltre: "C'era qualcosa di sinistro in quell'isola, che la fece rabbrividire leggermente." Dico solo che c'era qualcosa di sinistro in questa frase, che mi fece rabbrividire leggermente. No, pesantemente.
Infine volevo aggiungere che non ho scheletri nell'armadio; ma se li avessi sarebbero di legno, gli scheletri e l'armadio.
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