02 maggio 2006
I cani abbaiano a tempo e i gabbiani fanno il verso di porte che cigolano
La mia chitarra non è fatta di legno. La mia chitarra non è molto alta, ma se mi sta di fronte la posso baciare senza che lei debba alzarsi sulla punta dei piedi. La mia chitarra è lontana da me, e forse presto andrò a trovarla. La mia chitarra ha delle labbra che guardo in foto e mi piacciono i suoi colori. La mia chitarra ha delle corde che non posso toccare, per non rischiare di farla suonare male. Ne ha altre invece che amo suonare per sentire il suono che produce, per toccare la vibrazione che si espande nella sua cassa. La mia chitarra perde spesso l'accordatura, ma in modo uniforme così che io la possa continuare a suonare, nonostante sia di qualche semitono "sbagliata". La mia chitarra non vuole ballare con me al ritmo del reggae, non vuole ballare con me al ritmo del dub. Mi aspetto grandi cose dalla mia chitarra. Le forme della mia chitarra sono belle da toccare, da accarezzare. Le curve della mia chitarra mi fanno stare bene. Di getto, inetto, qui vi dico e mai vi nego: io amo la mia chitarra.
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