28 giugno 2006

Ideali ideali

Il disegno di un volto sovrastato da un fumetto vuoto sconvolge come la promessa di una rivelazione mai fatta. Le labbra sono aperte e i denti bianchi ben visibili, ma i lati della bocca si consumano in una piega indefinibile. Lo sguardo è sospeso, incredulo. La grande verità, dopo la pubblicità. La pubblicità dura per sempre. Io sono tutti. La serie approssimata di Taylor delle scuse dice: Se pensi sia la cosa giusta + Se pensi che fare la cosa giusta sia fare la cosa giusta + Se pensi che fare la cosa giusta sia fare la cosa giusta sia fare la cosa giusta + ...
Il ventilatore singhiozza. Sembra voler avvicinarmisi con le labbra fresche e sfiorarmi col un getto d'alito, quando si degna di volgersi da questa parte. Ma io mi illudo. E' una macchina e non può amare. Le macchine odiano e basta. Ti possono dare la morte, ma non ti possono dare la vita. Ora puliscono la strada, gettano acqua su un altro fuoco che non s'accenderà mai. Dovevano essere le 23 e 30, e invece sono state le 22 e 30. Guardo le loro facce e mi sorgono tante domande scomode. Non ti guardare allo specchio, mi ripeto. Sopravvivi. Evadi dal tempo, diventa eterno, occupa tutto il passato come il sasso lanciato occupa la superficie increspata dello stagno, mi dico ancora. Notte d'estate, d'asfalto, d'odio. Il giorno prima e il giorno dopo. Oppio. A chi verrà e mi libererà, regalerò le chiavi di questa cella: così potrà chiudervisi dentro.

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