Dopo aver letto un poco, ho richiuso il libro. Mi sono accorto di aver un segmento di pelle più scuro, sulla mano con cui tenevo il libro: era il punto su cui poggiava la costa, mentre tenevo le pagine divaricate con le dita della stessa, sola, mano. Con l'altra mano mi tengo la testa, grava di pensieri. Tra i tanti, uno prende il sopravvento: quello che facciamo con le mani definisce le diverse età della vita.
Perchè all'improvviso mi ricordo delle pellicine da strappare dalle dita dopo aver lavorato con la colla vinilica. Sia lodato l'odore inebriante del Vinavil. Perchè all'improvviso mi ricordo della meraviglia nello scoprire di potermi infilare degli spilli attraverso i primi strati di pelle senza provare dolore e di averlo utilizzato per spaventare le ragazze. Ragazzine loro, ragazzino io.
Adesso che i giorni assomigliano sempre più a fotografie dai colori errati, mi capita con più frequenza di pensare alla mia infanzia. Non so perchè.
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