17 giugno 2007

Imbratto carte a tradimento con nuvole a mano libera

Scappavo da piccole gomitate per farmi capire.
La disapparenza inganna. Non parla, muta, cambia.
L'intorno si stacca a pezzi come intonaco.
Rimane il centro, luogo della perdita.
Occhi bassi.
Scaffalature metalliche per catalogare pensieri.
Facciamo pulizia.
Ripostiglio dei ricordi a lungo termine.
Aspirapolvere.
Nessuna pietà.
Piccola preoccupazione, non guardarmi con quegli occhi.
Sovrappensieri incrostati.
Pensieri trasparenti e grandi come biglie.
Lividi e giocattoli dimenticati.
Che traffico, nel risucchio.
Hai spina dorsale, figliolo?
Allora fai fuori quella bottiglia di mandarinetto.
Tsk, medicina di basso profilo.
Non aggiustato poichè non rotto.
Polverone, diversivo per qualcuno che fugge.
Polverone, accordo di polmoni violentati.
C'erano le parole e qualcuno che le sposava.
O taccia per sempre: sì, ma come?
Perchè l'approccio peggiore si moltiplica e si moltiplica?
E si moltiplica e si moltiplica e si moltiplica?
Mi sono svegliato con un brusio nella testa.
Credevo fosse una zanzara.
La zanzara sicura che verrà uccisa.
Ma non resiste al richiamo della carne.
Ci diamo pacche sulle spalle per le stelle morenti.
Invece era il telescopio che stava per morire.
Torta sul sedile posteriore.
Il traffico la fa esplodere.
Emicrania in briciole: due schegge.
Una capriola è domani.
Fanne un'altra è dopodomani.
Con una sete brutta come la fame.
Addosso:
La leggerezza delle spalle di una trapezista di Berlino.
Dentro:
Lussuria per nuova ironia.
Il futuro della nazione.
Letto nelle viscere del Presidente.
Fenomenale mutaforme, vali meno di un avvocato.
Ai blocchi di partenza pronti ad erompere in lacrime.
L'oceano non è un vantaggio.
Da consumarsi preferibilmente entro: vade retro.
Che se io sono una cattiva notizia ...
... tu menti.

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