- Noi gente di palude sappiamo aspettare
- Il momento giusto?
- L'inevitabile
- L'inevitabile non esiste
- Essere sommersi lo è. Chi viene dalla palude lo sa
- Comunque intendevo qualcuno che la sua punizione la desidera
- Ho tutto con me e niente per cui tornare indietro
- Brucia?
- Cosa?
- Essere sommersi
- Non fa nemmeno male. Quello che non ci si aspetta è il suono sordo che ingoia tutto. Come essere rinchiusi in una campana che diventa sempre più stretta, insopportabilmente stretta. Alla fine la campana si fonde con le ossa della tua testa e a quel punto cercare di capire è un gesto superfluo. Solo gli arrabbiati e i sofisti ci provano
- Prendi questo, credo che ti sarà d'aiuto
Lei gli passò un cartoncino piegato a metà. Nil lo aprì e vide tanti riquadri di colore giallo. Ogni riquadro era di una tonalità diversa, e all'interno ne riportava il nome: oro, limone, senape, miele, fuoco, giunchiglia, canarino, banana, biondo, dente di leone. Nil era in disaccordo con tutte le sfumature, ma non disse nulla. Le indicò con la mano la luce che cambiava. Desiderò che le parole si fossero esaurite, che fossero migrate via, invece di restare appollaiate sui fili neri stesi tra di loro. Provò ad immaginarsi il suono di quelle parole, e gli sembrarono come colpi di martello, di quelli che si danno alle ruote d'un treno fermo in stazione. Il suono che fa la decisione di restare.
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