03 ottobre 2006
Un prato stellato e il pensiero ad un singolo cecio. E poi?
Il cronometro è fermo ad un secondo dallo scoppio del suo segnale acustico. Si può discutere del colore della luna. Questa mattina mi sono tagliato la barba, per mettere un segnalibro sulla serata di ieri sera. Cose semplici e banali, suvvia, ma non così banali, tantomeno così semplici. Perchè questa leggera euforia a posteriori facilita il compito di dimenticare i dubbi della vigilia, il senso di non sapercela fare, la voglia di scappare via e nascondersi nel conosciuto, dallo sconociuto. Poi alla fine, come al solito, la realtà si risolve in qualcosa di meglio dell'idea della realtà. Di molto meglio. Della parte giusta del meglio. Strano il mondo è. Se ho superato un processo in cui io ricoprivo la parte di giudice e di accusato, pubblica accusa e giuria, non lo so. Non ne conosco il verdetto. Mi tengo questa bella sensazione e le schegge di una caccia al tesoro che assomiglia tanto ad un circuito ovale. Tutto è ovale. Io qui ci sono già stato. Torniamo al punto di partenza?
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