L'uomo didascalico e dislessico va a fare la spesa. Quando arriva alla cassa sposta la sua spesa dal carrello al nastro trasportatore, tranne alcuni oggetti più pesanti e ingombranti. La cassiera gli chiede: Cos'ha lì nel carrello?". L'uomo didascalico e dislessico risponde: "Cre tasse di pottiglie di blastica di acqua ninerale maturale Rerrafelle".
24 luglio 2021
10 aprile 2021
L'arbitraria felicità del simbolo
Non appena mi accorsi di star dormendo sotto un ammasso di nuvole, la mia testa prese a girare dolorosamente. Per quanto schiacciassi le mie guance contro il cuscino, per quanto infilassi le braccia sotto di esso, tentando di morderlo con le mani. Le mie unghie si piegavano dal verso sbagliato e la pelle dei polpastrelli ci si arrotolava sotto, come la nuca di un uomo calvo che attende un mazzo di chiavi gettato dal terzo piano. La cosa che più mi dava fastidio era non essere protetto dalla simmetria del mio volto. Pensavo alle mie pupille come a buchi poco allenati. Quelli con la pelle piu' macchiata si sdraiavano sulla schiena dei pelle-uniformi, strusciavano le guance sulle loro magliette sollevate, si spingevano fino a dove gli consentiva il silenzioso accordo di stare bene. Alla fine odiavo me stesso, lo si poteva intuire da certe posizioni fetali. Da certe posizioni fatali. Non credo di aver capito fino in fondo quanto fossero importanti i cuscini, la moquette sporca e quelle torsioni della schiena, che potevano derivare solamente da una specifica invidia per i felini. Accettavo passivamente le distorsioni, morfologiche e temporanee, di starmene addosso. Se solo non ci fossero state quelle nuvole, sopra di me.
22 marzo 2021
Scontri nella striscia di Shoegaze
Penso a quelle illusioni ottiche in cui, in modo alternato, si riesce a vedere un vaso o due volti uno di fronte all' altro. Se quei due volti, invece che di profilo ti guardassero negli occhi, sarebbe molto più difficile vedere lo spazio vuoto tra di loro. Proprio per via degli occhi. Allora provo ad entrare dalla porta di servizio. Mi immergo nella folla, alla stazione, alla fiera, nella piazza del giorno di festa. Tutte quelle facce e io le ignoro, guardo lo spazio nel mezzo, i contorni. Le linee a volte si sovrappongono, come in un grande diagramma Eulero-Venn delle intersezioni umane. Il negativo di un Pellizza da Volpedo. L'ennessimo stato gassoso dell’essere. Una disillusione ottica. Il nostro spazio personale, il nostro spazio negativo. Qui è dove finisco io e comincia la mia equivalenza topologica alla colazione, quella che mi hai fatto trovare sul tavolo della cucina, domani mattina.
22 febbraio 2021
Nervosamente, in tasca
Dentro l’automobile continuava a esserci odore di pop corn. Ogni mattina si sedeva al volante, e l’odore tornava ad assalirlo. Cambiare posto macchina, autolavaggi a vapore, deodoranti per auto, nulla sembrava funzionasse. Tornava sempre, intenso, ogni giorno. Poteva farlo diventare pazzo. L’assurdità è che non trovò mai nemmeno uno di quei maledetti fiocchi bianchi, né un chicco inesploso o un frammento di quelle buste che si mettono nel micro-onde e si gonfiano come vesciche. Niente nel vano porta-oggetti, niente sotto i sedili o nel portabagagli, niente nel motore. Ad un certo punto si convinse che qualcuno la notte scassinasse la portiera per sedersi nella sua macchina e mangiare popcorn. Installò un antifurto e nascose una microtelecamera a infrarossi. E non registrò mai nulla. Qualche uccello che si posava sullo specchietto retrovisore, gli addetti alla pulizia delle strade, i solitari fantasmi che abitano la notte. Cambiò i tappetini e fece ritappezzare i sedili. Ne fu costretto, ché quell'odore gli dava il volta stomaco, e durante una mattina in cui si era svegliato nauseato, entrato in macchina non riuscì a trattenere i conati. Iniziò a prendere in considerazione teorie sempre più slegate dalla realtà Dopo qualche tempo smise di tentare di spiegare a chi, incontrandolo e preoccupatosi per il suo aspetto, gli chiedeva cosa gli stesse succedendo. “Ho un problema”, si limitava a rispondere, e il suo sguardo si perdeva oltre le cose. L’incendio divampò dal suo letto, addormentatosi all'alba dopo una notte insonne passata a fumare. A svegliare e allertare i vicini fu l’intenso e acre odore di popcorn bruciato.
24 gennaio 2021
Analfaromeismo
Il fiume scava per anni un solco lungo il fianco della montagna. Il fiume adesso ha le mani sporche e non ha trovato niente. Un fiume ha questa componente di inevitabile pressione sociale. Io sarei anche acqua che se ne sta qua, ad aspettare, se l’acqua dietro di me non continuasse a spingere. Se tra ‘resistere’ e ‘desistere’ ci fosse più di una lettere di distanza, sarebbe tutto più facile.
Come si sente il parmigiano quando gli si parla di gratitudine.
Non dico che il tempo dovrebbe avere i tasti ben definiti e separati, ma almeno fossero fatti di legni diversi, che indicassero l’appartenenza a certe scale. Solo dopo imparare a suonarlo senza guardare.
29 dicembre 2020
Pasta e breccole
Donami una desinenza arcaica per chi, come me, le cose le porta via.
Io una finestra sul fiume non ce l'ho, ma non mi lamento, perché poi si appannano i vetri. E forse è anche una fortuna, che con i pesanti infissi di oggi rischierei d'affogare.
Evidentemente esiste solo la narrativa. È per questo che riesco a nascondermi così bene.
Per uccidere le mosche è consigliabile scegliere pubblicazioni ben arrotolabili e dal giusto impact factor.
Dopo aver conosciuto la fidanzata, aver paura di incontrare il fidanzante.
Il clima monsonico, dentro la testa, produce la foresta pluviale e si porta dietro tutto il suo bestiario. Tanti richiami, umidità, decomposizioni, invenzioni di tane. Difficile capire dove finiscono gli effetti e dove cominciano i collaterali. Poi però ci sono anche i giorni di taiga, dentro.
Joy division è quello che fa la tapparella con la luce, durante il pomeriggio. L'errore di fare le cover sta nell'usare la carta carina e il nastro adesivo, invece della grattugia.
All'inizio del paragrafo pensavamo di stare seduti su un prato, invece era agromanzia. Il futuro pare si possa leggere solo nelle azioni inutili, senza futuro. Forse per non fare rumore. (Nel futuro ci vive un sacco di gente che c'entra tutta e non c'entra niente, insieme.)
Il parquet si è eccitato.
Persone di carta che danno pugni di carta.
Ci frega la noia comparata.
Con la sola forza del pensiero, cavitare.
Pensavo di dormirti, se sei d'accordo.
01 novembre 2020
Ennuisco
Il mesodramma è un foglietto pieno di parole irritate, posto tra l'endodramma e l'esodramma. Il mesodramma non implode, né esplode. Il mesodramma non sa dove far rumore. Il mesodramma si allarga e si allarga e diventa calloso. Il mesodramma è l'organo che secerne lo stoicismo.
La notte istantanea è un'invenzione dell'ufficio marketing. Dicono che nessuno ha più voglia di aspettare il tempo che ci mette la notte ad arrivare. Dicono di immaginarci gli scaffali colmi dei recipienti di vetro sagomato in cui metteremo la notte in polvere, che sarà uno spettacolo. Sostengono che tanti saranno disposti a dimenticare l'odore della notte quando arriva, e il rumore della notte quando è pronta, in cambio della comodità di avere la notte subito, anche adesso, anche sotto questo tavolo. Agli altri potremo sempre vendere la notte vera, l'aroma inconfondibile, il piacere della notte di una volta, ovviamente dopo averne maggiorato il prezzo. A coloro che ci accuseranno di vendere notte morta, dovremo rispondere che si tratta solo di animazione sospesa. La nuova notte è innocua e in porzioni per singola persona.