10 gennaio 2010

coserosse

"Da bambina ritagliavo tutte le foto su cui riuscivo a mettere le mani e le appuntavo al muro della mia camera. Lo facevo per non vedermele passare davanti agli occhi quando mi sdraiavo sul bordo del fiume, per specchiarmi. Sentivo i grandi raccontare tante storie strane, e già non mi fidavo più di quello che poteva portare la corrente."

Una fisarmonica trattiene il fiato per ogni istante in cui non viene suonata. Può respirare solo quando il musicista sgancia i nastri che la serrano a se stessa in un abbraccio di cuoio.

"C'erano delle volte in cui mi fermavo in mezzo ad un sentiero, mi liberavo le caviglie dai lacci delle scarpe e attraversavo lentamente il letto di foglie gialle che si formava durante l'autunno. Se qualcuno mi avesse fermato e mi avesse chiesto perché lo facevo, probabilmente gli avrei detto: "Per rispetto."

E' un abbraccio da matti, come tutte le cose che sono sincere ma ti si rinchiudono addosso. Ho paura quando penso che lo strumento possa parlare a me, ma non con me.

"Desideravo religiosamente avere i capelli lunghi. Odiavo fare il bagno nei giorni freddi, ma mi piacevano le goccioline di vapore che si depositavano su ogni cosa. Mi lasciavo scivolare sul fondo, guardavo il soffitto galleggiare e mi chiedevo che sensazione sarebbe stata vedermi i capelli ondeggiare davanti agli occhi, come immaginavo succedesse alle sirene."

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