Facciamo finta che tu sia un conciatore di pelli dell'antica Roma. E' un lavoro faticoso, nonchè pericoloso. Uno dei tuoi incubi peggiori è il carbonchio, una malattia degli erbivori che di solito non si trasmette agli uomini, ma se lavori la pelle di un animale infetto con una piccola ferita, sei fottuto. Non hai penicillina, ne' nozioni elementari di igiene. Se per una botta di culo te lo prendi e non muori, ti rimangono delle vaste cicatrici nere sulla pelle e non è un bello spettacolo. Sapere che tra qualche decina di secoli lo chiameranno antrace e ne faranno un'arma per diffondere il terrore tra la gente, non ti risolleva il morale. Cmq, vai avanti imperterrito, tocca pure procurarsi il di che vivere. Il tuo impero sta combattendo una guerra con qualche sperduto villaggio di barbari nel nord europa, e te non ne sai niente, a parte le tasse che ti tocca pagare. Poi un giorno l'imperatore torna a Roma, vittorioso dicono, e indice una settimana di festa, per celebrare l'esito trionfale della guerra. Perchè dubitare? Per te è una settimana senza pericolo di morire, a spese dello stato, si mangia, si beve, si guardano spettacoli truculenti nell'arena dell'anfiteatro. La battaglia potrebbe essere stata un disastro, ma te difficilmente lo saprai mai e tanto non ti importerebbe. Non c'è la radio, non c'è la tv con la prima diretta di Emilio Fede e il suo tg4, non ci sono corriere.it, ansa.it, repubblica.it, non ci sono giornali da comprare la mattina dopo visto che la stampa è ancora lontana diversi secoli dall'essere inventata. E cmq non sai leggere. Poi una mattina hai i barbari in casa. Ma non li avevamo debellati? Non si erano assoggettati a Roma Caput Mundi? Ehm. Vabbè, se sopravvivi anche a questa, non ti cambia poi tanto. Devi solo pagare un'altra protezione.
Niente, era solo una storia.
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