18 giugno 2005

Da piccolo volevo fare il geologo. Invece i miei mi hanno costretto a fare la scuola elementare.

Ahem. Due aggiornamenti in poche ore. Momenti di giubilo ed isteria collettiva. Ma passiamo ai fatti. Ho letto un po' de "Il barone rampante". E' veramente spettacolare, una di quelle storie come piacciono a me: prendi una situazione anomala e/o fuori dal comune e sviluppala nella sua trasformazione in normalità. La trama è semplice, così come la scrittura. Sembra una storia per bambini, a tratti mi ha ricordato l'umorismo di Pinocchio. Ieri sono stato raggiunto da una voglia di casa mia mai provata. Avere un posto mio, in cui ricevere amici, conoscenti e, perchè no, estranei; senza regole, chi vuole viene e resta. Un posto creativo e d'ispirazione. Una fucina, una factory. Ma finirei a pranzare da solo, e sarebbe triste. Quando consumo un pasto in solitudine, mi sento come dentro un quadro: ed ad un ipotetico fruitore attribuisco chissà quali pensieri sulla mia solitudine. Ok, sì, sono da solo, ma non sono così disperato come credi tu. E per finire in bellezza, i segni dell'Apocalisse: l'Inter vince una coppa, viene rilasciata una nuova Debian, Apple passa ad Intel. Ah, ho un'idea. Poi te la dico.

(*Emiliana Torrini - The Boy Who Giggled so Sweet*)

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