22 febbraio 2021

Nervosamente, in tasca

Dentro l’automobile continuava a esserci odore di pop corn. Ogni mattina si sedeva al volante, e l’odore tornava ad assalirlo. Cambiare posto macchina, autolavaggi a vapore, deodoranti per auto, nulla sembrava funzionasse. Tornava sempre, intenso, ogni giorno. Poteva farlo diventare pazzo. L’assurdità è che non trovò mai nemmeno uno di quei maledetti fiocchi bianchi, né un chicco inesploso o un frammento di quelle buste che si mettono nel micro-onde e si gonfiano come vesciche. Niente nel vano porta-oggetti, niente sotto i sedili o nel portabagagli, niente nel motore. Ad un certo punto si convinse che qualcuno la notte scassinasse la portiera per sedersi nella sua macchina e mangiare popcorn. Installò un antifurto e nascose una microtelecamera a infrarossi. E non registrò mai nulla. Qualche uccello che si posava sullo specchietto retrovisore, gli addetti alla pulizia delle strade, i solitari fantasmi che abitano la notte. Cambiò i tappetini e fece ritappezzare i sedili. Ne fu costretto, ché quell'odore gli dava il volta stomaco, e durante una mattina in cui si era svegliato nauseato, entrato in macchina non riuscì a trattenere i conati. Iniziò a prendere in considerazione teorie sempre più slegate dalla realtà Dopo qualche tempo smise di tentare di spiegare a chi, incontrandolo e preoccupatosi per il suo aspetto, gli chiedeva cosa gli stesse succedendo. “Ho un problema”, si limitava a rispondere, e il suo sguardo si perdeva oltre le cose. L’incendio divampò dal suo letto, addormentatosi all'alba dopo una notte insonne passata a fumare. A svegliare e allertare i vicini fu l’intenso e acre odore di popcorn bruciato.