31 luglio 2016
respira col caso
Tu mi parli come se lavarsi la faccia fosse facile. Come se non richiedesse chiudere gli occhi. Come se non fosse una prova costante di futile fiducia incondizionata. Come se non importasse niente e non fosse veramente importante. Come se non ci fosse questo incontro, a metà strada, con la schiena piegata, in campo neutro. Come se viso aperto volesse dire qualcosa. Come se non ci scansassimo entrambi. Noi tagliamo il mare a metà. Ci consoliamo con le goccioline. Rarefacciamo la turbolenza intrinseca del getto. Noi e disinvoltura, postulando sia dominabile.
01 febbraio 2016
torcicollo prima di te
A un'altra età, durante un'altra mattinata, non me ne sarei nemmeno accorto. O forse lo avrei visto, e non sarebbe stato null'altro che quello che è. Due spazzolini, dentro il loro bicchiere trasparente, nel mobile del bagno. Uno di fronte all'altro, poggiati sui bordi opposti del bicchiere, mostrandosi l'un l'altro il volto delle spazzole. Ora sono uno stemma araldico, come due spade incrociate che simboleggiavano battaglie combattute e dimenticate, e che ora non sono null'altro che quello che sono. Non c'è volontà di nobiltà, ma di un vessillo da tendere avanti a sé, piuttosto che da seguire. L'identità non è meno fragile, meno potente, meno arbitraria di un simbolo. Richiudo il mobile del bagno, fuori dello sportello c'è uno specchio. C'è riflesso un pezzo del mio volto, che non porta alcuna espressione.
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